2015/09/18

Editoriale. Nell'indifferenza chiudono le Terme di Sciacca


Sabato 07 Marzo 2015

“Nel ventennio fascista venivano inaugurate le Terme, nel 2015 chiudono”. Basta questa frase a dare in un certo qual modo il polso di quanto Sciacca sia caduta in basso negli ultimi 30anni; e si badi, il fascismo non c'entra assolutamente nulla, anzi al contrario, dovrebbe farci riflettere ancor di più su quanti danni ha fatto la classe dirigente che si sussegue da decine e decine di anni.

Recentemente, quasi per un fortuito caso del destino, sotto gli occhi mi passano queste frasi: “[...] Sciacca possiede un patrimonio idrotermale tra i più vasti e i più ricchi d'Italia. Grandioso il nuovo Stabilimento delle Terme, posto su un'altura prospiciente sul mare, a breve distanza dall'abitato; a due chilometri trovasi l'efficacissima acqua dei <<Molinelli>> [...]”.

Queste parole le scriveva Don Michele Arena nel libro “Notizie sulla città di Sciacca”, dato alle stampe nel 1962. Un libro che, nel suo complesso, seppur con lo stile del tempo, parla di una Sciacca diversa da quella di oggi, tanto che viene da dire “menomale che Don Michele Arena non c'è più, almeno non può assistere a quello che succede”.

Perché, cosa succede oggi? Oggi succede che le Terme chiudono i battenti, e con loro probabilmente si perderanno anchequella cinquantina di posti di lavoro stagionale che ancora, seppur male riusciva a garantire, probabilmente verranno anche svendute le strutture; il punto è che con le Terme oggi, fallisce anche la dignità di noi saccensi.

“Thermae Selinuntinae” (Terme Salinuntine), con questo nome nasceva Sciacca, come sub-colonia greca di Selinunte nel VII secolo a.C., come a dire che i greci nel 600 a.C. avevano più lungimiranza degli amministratori del 2000 d.C. .

Oggi sarebbe facile però dire “la colpa è della Giunta Di Paola” o “la colpa è della Regione di Crocetta”, nulla di più facile, ma dobbiamo sforzarci di essere realisti, la colpa non è loro, o almeno non soltanto.

La “colpa” è di 30 anni di gestione inefficace sotto tutti i punti di vista, di 30 anni di politica clientelare che mai veramente si è occupata di dare un futuro a questo stabilimento, ma la colpa non è solo loro, la colpa è anche dei cittadini saccensi a cui, di questa ricchezza della Città non gliene è mai fregato nulla o perlomeno questo è stato dimostrato; basta guardare l'esigua affluenza alle recenti manifestazioni pro Terme per capire di cosa stiamo parlando.

E allora, oggi non è per nulla strano che il Comitato Salviamo le Terme di Sciacca dica: “a tanti cittadini non interessa nulla di questo patrimonio che ci ha voluto donare il Padre eterno", perché è evidentemente così.

Ma basta guardare le reazioni alla notizia della deliberazione in data di ieri, dell’Assemblea dei Soci della chiusura delle Terme di Sciacca S.p.a., solo il sindaco, probabilmente obbligato dalla veste istituzionale si è realmente impegnato, per il resto c'è il vuoto, soprattutto da parte della società civile.

Caso interessante sono poi i giovani saccensi, che da una parte manifestano e si indignano senza se e senza ma per un attivista di Casa Pound che sarebbe dovuto intervenire a una manifestazione e dall'altra parte promuovo simboliche fiaccolate contro l'ISIS, ma poi, nella realtà, cosa fanno per Sciacca?

Allora fa veramente sorridere, anzi, fa semplicemente ridere, l'iniziativa – in sé più che degna e giusta, sia chiaro - portata avanti da più parti, di proporre un referendum per cambiare il nome della Città da “Sciacca” a “Sciacca Terme”. Ma Sciacca Terme di cosa? Con le Terme chiuse?

Del resto, sotto un profilo puramente ragionieristico non c'è molto da dire, i dati sono chiari: Terme di Sciacca Spa ha debiti per più di otto milioni e mezzo di euro a fronte di un incasso annuo – da cui detrarre le spese vive, ovviamente – di meno di due milioni di euro. E alla Regione, ormai è chiaro, non interessa più continuare a sostenere i costi di una struttura che funziona male e produce passività.

Ed in tal senso allora potremo anche chiederci in che modo sono state gestite le finanze negli anni, tanto da portare ad un buco di oltre diciassette miliardi del vecchio conio e se proprio tutte le spese fatte erano strettamente necessarie.

Ma adesso, probabilmente, non ha più senso chiedersi nulla, a breve negli stabilimenti termali verranno distaccate luce, acque e linee telefoniche in attessa della vendita di alcuni beni per pagare i debiti della società, e finalmente – consentitecelo – potremo smetterla di ostinarci a definire Sciacca: “terzo polo turistico della Sicilia”.

Fonte: controvoce.it

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