2013/02/28

IL COMPLESSO DEL MONTE KRONIO ATTIRA COSTANTEMENTE RICERCATORI DA TUTTO IL MONDO. IL SERVIZIO DI TRS.




Il servizio giornalistico su TRS del 28.02.2013 sulla nuova spedizione alla scoperta del Monte Kronio. I ricercatori, ospitati a Sciacca dal Club UNESCO che sostiene le ricerche scientifiche, sono: il professor Gianni Badino dell’Università di Torino e la geologa russa Ulyana Zhakova, ricercatrice dell’Istituto di Scienze Naturali dell’Università di Perm.

NUOVA SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALLA SCOPERTA DEL MONTE KRONIO.

Ulyana Zhakova, Lorenzo Salvagio e Gianni Badino
Due studiosi del Progetto Kronio sono in questi giorni a Sciacca per proseguire le esplorazioni all’interno del monte San Calogero. I ricercatori sono ospitati a Sciacca dal Club UNESCO che sostiene le ricerche scientifiche.
Sono un italiano e una russa: il professor Gianni Badino dell’Università di Torino e la geologa Ulyana Zhakova, ricercatrice dell’Istituto di Scienze Naturali dell’Università di Perm, una grande città situata ai piedi dei Monti Urali.
“Siamo particolarmente felici di sostenere coi fatti e concretamente le ricerche scientifiche nel complesso del Kronio – dice Lorenzo Salvagio, presidente del club UNESCO di Sciacca – un sito geotermale e archeologico di interesse eccezionale. In questi giorni qui si concretizzano almeno un paio di tematiche promosse dall’ UNESCO e cioè la valorizzazione del ruolo delle donne scienziato e la collaborazione internazionale nella ricerca scientifica con due ricercatori, un italiano e una russa, che operano fianco a fianco per svelarci i mille segreti del Kronio.
La dottoressa Zhakova si occupa di paleoclima e sta cercando di capire come è cambiato nei millenni il clima dentro al Kronio studiando le concrezioni cioè quella specie di incrostazioni che si sono depositate nelle sue grotte attraverso il tempo. E proprio il progetto Kronio nel suo sviluppo generale – dice Salvagio – è un esempio di come molte branche della scienza si incontrano per studiare un complesso unico in Europa e forse unico al mondo che deve trovare la valorizzazione che merita. Il progetto ha come partners principali il Cai di Trieste, l’associazione La Venta e la Soprintendenza di Agrigento.
Il microcosmo Kronio – prosegue il presidente del Club UNESCO – coi suoi vapori caldi,  la sua umidità del 100% e il suo giacimento archeologico attira a Sciacca studiosi di svariate discipline, dalla microclimatologia alla geologia, dalla fisiologia umana alla microbiologia, dalla speleologia all’archeologia. L’impegno di tutti deve perseguire per questo sito straordinario almeno due obiettivi: la sua piena conoscenza scientifica e il suo utilizzo economico sostenibile.

Fonte: http://agrigentoweb.it

 

PRESIDENTE CROCETTA: CHIUDIAMO LE PARTECIPATE, SONO SOCIETA' MANGIASOLDI

L'articolo del Forum di Acireale  “Partecipate mangiasoldi, Crocetta prepara la dieta. Ne resteranno in vita soltanto tre" riporta quanto pubblicato  dal sito di Live Sicilia

PALERMO – “Le chiudiamo. Chiudiamo le Partecipate. Sono società mangiasoldi”. Il governatore salta sul trampolino dello scandalo Ciapi, e alza l’asticella un po’ più in su. Nei giorni del suo insediamento, infatti, aveva puntato l’indice contro le società in liquidazione: “Le elimineremo”. Adesso, l’obiettivo è più ampio: la Regione cede le proprie quote della maggior parte delle società partecipate. “Di quasi tutte – precisa Crocetta – così risparmieremo un mare di soldi tra cda sciolti, affitti ai quali rinunceremo e consulenze incomprensibili e onerose”.
E a Live Sicilia il governatore fissa anche i tempi di questa nuova tappa della sua personalissima rivoluzione: i primi giorni di marzo. In quei giorni, una delibera del governo dovrebbe azzerare, o quasi, il sistema delle partecipazioni regionali. “Stiamo pensando – spiega il capo della segreteria tecnica Stefano Polizzotto – di ridurre le società a due, massimo tre asset. Tre macro-società, distinte per ambiti: quello tecnologico e quello dei servizi, certamente. Tutte le altre società verranno sciolte e affidate a un liquidatore unico”. E i dipendenti? “Saranno inglobati nelle nuove maxisocietà, che estenderanno i propri compiti. Così, risparmieremo su spese di gestione e indennità nei Consigli di amministrazione”. “Dovremo creare – spiega Crocetta – dei contenitori sani. Per questo abbiamo già da qualche settimana avviato un censimento su tutte le società, per comprendere bene il loro stato di salute”.
Tagliare, tagliare, tagliare, dunque. Via i commissari, via i Consigli di amministrazione, via i consulenti. Ma chi sono i commissari, i consiglieri, e i consulenti? Un esempio è fornito da quella che è, alla luce della recente fusione, la più grossa delle società partecipate regionali. Si tratta della Sas (Servizi ausiliari Sicilia). Un’azienda sorta, dopo lunghe contrattazioni con i sindacati, e comunque nel quadro del piano di riordino e riduzione delle società avviato nella scorsa legislatura dall’assessore all’Eonomia Gaetano Armao, dall’unione di tre società: Biosphera, Multiservizi e Beni culturali Spa. Come detto, però, mentre nasce la Sas, le altre società devono completare il proprio processo di liquidazione. E a guidare il processo di liquidazione, in qualità di commissario, sia della Multiservizi che di Biosphera, è Anna Rosa Corsello. Attualmente a capo anche di due dipartimenti importanti come quello del Lavoro e (ad interim) quello della Formazione professionale, recentemente la dirigente, assai apprezzata dal nuovo governo (a dire il vero, anche da quello precedente) è stata scelta per commissariare il Ciapi. Il mega ente di Formazione finito nella bufera dopo l’indagine della guardia di Finanza sui soldi che sarebbero stati dati ai politici per finanziare la campagna elettorale, e che ha spinto il presidente Crocetta a dire “basta! Usciamo dalle partecipate”. Società mangiasoldi anche per via degli affitti. “E allora perché – denuncia Michele D’Amico, del sindacato Cobas Codir – il presidente non chiede al commissario Corsello di revocare l’affitto per la ormai inutile sede di Multiservizi in viale Michelangelo? Costa 20.800 euro al mese”.
Per il ruolo di commissario liquidatore di Multiservizi, intanto, Anna Rosa Corsello, stando ai documenti reperibili alla Ragioneria generale, si è assicurata un’indennità di quaranta mila euro lordi annui per Multiservizi e di venticinque mila euro per Biosphera. Per guidare verso il parcheggio una macchina che, di fatto, non cammina più.
A far “camminare” la società, e a far lavorare i dipendenti, invece, penserà il cda della nuova Sas. A guidare la società, dall’agosto dell’anno scorso, è Giuseppe Di Stefano. Per lui – stando al sito ufficiale della società – ecco una compenso annuo da 40 mila euro lordi. Di Stefano è considerato molto vicino all’ex presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona. Il deputato regionale eletto con Grande Sud, ma passato recentemente “alla corte” di Rosario Crocetta, aderendo, in viste delle Politiche, non a caso, a un movimento di moderati di centrosinistra (di Portas). Nel cda, resta l’ex presidente Gianni Silvia, dirigente che ha ricoperto anche il ruolo di vice capo di gabinetto dell’ex governatore Lombardo. A chiudere la compagine dei consiglieri, ecco una persona vicinissima al governatore. Si tratta di Stefano Polizzotto, dal dicembre scorso capo della segreteria tecnica, e avvocato legatissimo a Crocetta fin dai tempi dell’elezione a sindaco di Gela, giunta grazie a un ricorso vinto dall’avvocato. “Ma la mia presenza è legata proprio – spiega il collaboratore di Crocetta – al piano di assorbimento, all’interno della Sas, delle altre società. Ha quindi un tempo e uno scopo limitato”. Per Polizzotto, così come per Silvia, ecco intanto un’indennità da trenta mila euro lordi.
Niente a che vedere con l’altra “origine dello spreco”, come ha indicato Crocetta: i consulenti.E a dire il vero, la Sas gode dei servizi di quello che è un consulente storico di Multiservizi. E che ha proseguito il suo rapporto anche con la nascita della nuova società. L’avvocato Claudio Alongi, infatti, per le consulenze tutt’ora attive, costerà complessivamente diciannove mila euro. Alongi, come è noto, è il marito del Segretario generale Patrizia Monterosso. In passato, per lui, una consulenza da 16 mila euro l’anno. Chissà se anche quella somma è ritenuta uno spreco dal governatore.

2013/02/19

LA SICILIA DEL 16.02.13: TERME DI SCIACCA, CONTI CORRENTI BLOCCATI

L’articolo di Filippo Cardinale su La Sicilia (edizione Agrigento) del 16.2.2013




Fonte: http://termediacireale.wordpress.com

TERME DI ACIREALE. UNA LETTERA PER NON DIMENTICARE


TERME DI ACIREALE. Per non dimenticare.
Da bambino i miei genitori, nelle giornate di autunno, mi facevano svegliare presto al mattino. Si doveva andare in un posto del quale mi affascinava soprattutto il bellissimo parco verde. Si arrivava, si entrava dentro una grande stanza calda nella quale da tanti “rubinetti” (come li chiamavo allora) soffiava un fumo quasi gradevole, quasi “balsamico” … un odore che non ho mai più sentito altrove … una signora gentile mi faceva sedere davanti ad uno di quei “rubinetti” con la promessa di una caramella … ogni tanto arrivava un dottore che mi guardava e mi sorrideva … e così per circa un quarto d’ora al giorno respiravo quel “fumo” … il tutto poi si concludeva con una passeggiata nel parco verde, tenendo tra le mani un cornetto caldo appena sfornato dal bar del parco … mia madre ancora oggi mi dice che grazie a quei “fumi” l’inverno poi lo passavo bene, spesso senza febbre o comunque senza grossi problemi respiratori.
Oggi rimpiango quei giorni, quei fumi, quegli odori …
Mi piacerebbe portarci i miei figli, anzichè far loro respirare l’aerosol …
TERME DI ACIREALE. Per non dimenticare.
Emanuele Leotta, medico


IL SINDACO DI PAOLA AL PRESIDENTE CROCETTA: TROVIAMO UN SOGGETTO AFFIDABILE PER LE TERME DI SCIACCA



Ieri sera (18.02.2013) il Presidente della Sicilia Crocetta è venuto a Sciacca per intervenire ad un incontro elettorale del movimento Il Megafono. Ad attenderlo, oltre ai sostenitori, anche il nostro sindaco Di Paola che ne ha approfittato per rivolgere al Presidente alcune questioni che interessano la Città, in particolare il crollo del Ponte Verdura sulla SS115 che ha isolato Sciacca e il circondario, il progressivo smantellamento dell'Ospedale di Sciacca e del Reparto di Emodinamica e ovviamente anche le Terme di Sciacca. 
Il sindaco saccense ha ribadito come sia importante trovare soggetti che diano garanzie non solo economiche, ma anche di serietà e know-how affinchè l'inestimabile patrimonio termale, costituito da stufe vaporose, fanghi, acque, e lo straordinario patrimonio immobiliare come gli alberghi del Monte Kronio e il Grand Hotel delle Terme, possano essere finalmente finalizzati a quegli obiettivi di crescita, sviluppo e occupazione che permettano quella svolta che la Città attende da anni.

2013/02/16

TERME DI SCIACCA: CALTAGIRONE NON MOLLA E FA PIGNORARE I CONTI BANCARI.

TERME, CONTI CORRENTI PIGNORATI. L'AZIENDA NON PUO' EFFETTUARE PAGAMENTI
Il blocco dei conti correnti non è stato promosso da fornitori, ma dall'ex consigliere di amministrazione, Salvatore Caltagirone.
17/02/2013 08.05
L'ex consigliere di amministrazione della Terme di Sciacca Spa, Salvatore Caltagirone, fa pignorare i conti correnti della società termale. Adesso la società è in difficoltà perchè non può disporre pagamenti. I due conti correnti sotto pignoramento sono quelli accesi alla Banca Intesa e all'Unicredit. Il Commissario Straordinario della società termale, Carlo Turriciano, ha già depositato, in Tribunale, l’atto di citazione in opposizione al precetto di Caltagirone.
La questione riguarda il compenso vantato dall’ex consigliere di amministrazione relativo al suo ruolo. Una somma di 44.713,70 euro. La Terme di Sciacca Spa, nel contempo, vantava crediti nei confronti del Caltagiorne per 19.282,50 euro “dovuti in virtù di fatture regolarmente emesse dalla società termale nei suoi confronti”.
Il Tribunale di Sciacca, a seguito di un decreto ingiuntivo, impose alla società termale di liquidare la somma complessiva di 25.431,20, oltre gli interessi legali. La società termale emise un assegno circolare di 13.864,50 euro in favore di Salvatore Caltagiorne, detraendo dalla somma al lordo “l’importo di 15.981,16 per ritenute fiscali previste dalla legge”. Agendo, cioè, “come sostituto d’imposta”. Alla cifra netta, la società termale ha aggiunto 4.413,96 euro quali interessi legali e spese legali, come richiesto dal legale del Caltagirone. Insomma, la società termale, sull’importo vantato dal Caltagirone, relativo alle indennità maturate come membro del Consiglio di Amministrazione, ha detratto le somme relative ai crediti vantati - e documentati dalle fatture emesse a carico di Caltagirone per servizi fruiti e che la società termale non ha considerato attinenti al ruolo di consigliere di amministrazione-, ha detratto le ritenute fiscali, ha poi aggiunto le spese legali e gli interessi legali. Sembrava una storia chiusa, un libro rimesso in libreria, magari destinato all’aggressione della polvere. Invece no. L’aggressione vi è stata e si è concretizzata con il pignoramento delle somme esistenti sui conti correnti della società termale aperti in Banca Intesa e Unicredito.
La somma congelata si aggira sui 70 mila euro. Una somma che risulta indispensabile alla società termale per operare. Una società che, in attesa che si concluda il processo di affidamento a privati delle gestione delle strutture termali, tira avanti con grandi sforzi. Il precetto promosso dall’ex consigliere di amministrazione, di fatto, mette in crisi la società termale. Bisogna attendere le date dell’udienza e incassare la decisione del giudice. La situazione, dunque, si complica sempre più.
A proporre il precetto, dunque, stavolta non è un fornitore, ma un ex amministratore della società termale.


2013/02/13

TERME DI ACIREALE, BANDO DI PRIVATIZZAZIONE AL PALO E LIQUIDAZIONE SOFFERTA

L’articolo pubblicato sul settimanale telematico L’Eco delle Aci
TERME DI ACIREALE, BANDO DI PRIVATIZZAZIONE AL PALO E LIQUIDAZIONE SOFFERTA
Non ci sono elementi di novità sul fronte dei processi di privatizzazione e liquidazione delle Terme di Acireale.
Passano i mesi e, nella generale indifferenza della politica che conta e nella inerzia segnata dal lento corso delle pratiche burocratiche, la situazione rimane sostanzialmente ferma. Si spera in un rinnovato interesse del governo Crocetta ad occuparsi seriamente della questione, anche per tramite del suo Gabinetto tecnico ove siede un acese; ma il presidente della Regione è in questo momento indaffarato nella soluzione di ben altri più complessi problemi regionali e nella gestione in prima persona di una campagna elettorale dove vuole incassare il credito di consensi finora riconosciutogli.
Le Terme di Acireale, dunque, possono per il momento aspettare.
Il bando per l’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti termali è fermo al palo, mentre per Sciacca è stato esitato ed è in corso nella cittadina dell’agrigentino l’attività di comunicazione e di relazioni per acquisire le migliori proposte dai privati.
Come si sa, il nodo per Acireale è rappresentato dalle pendenze giudiziarie in capo agli immobili ipotecati dall’ex Banco di Sicilia che, se la Regione non pagherà le rate di mutuo, potrebbero essere acquisiti dal creditore bancario.
Poiché la gestione delle Terme andrebbe affidata in blocco ai privati, in queste condizioni non è possibile avviare la privatizzazione, quando una parte del patrimonio (l’Albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale) potrebbero non essere più disponibili. Per tali motivi, a conclusione dell’attività di due diligence, Sviluppo Italia Sicilia aveva già sottolineato la difficoltà a procedere alla redazione di un bando per Acireale e, nonostante le vaghe promesse di un immediato sblocco dell’impasse da parte dell’ex assessore Gaetano Armao sulle quali si era cullato il sindaco di Acireale Nino Garozzo, i nuovi titolari del dicastero regionale all’economia (l’assessore Luca Bianchi e il ragioniere generale Mariano Pisciotta) si sono fondamentalmente allineati. Il bando, dunque, per ora è fermo e dunque la privatizzazione tecnicamente è al palo.
Bisognerà tra l’altro valutare se, continuando a persistere la difficoltà della Regione ad immettere nuove risorse finanziarie, non sia il caso di procedere ad una disarticolazione del complesso delle Terme in distinte aree di business (come proponeva lo studio di Saturnia Service nel 2001) e per ciascuna di esse prevedere un distinto bando di gara. Ipotesi che ovviamente il sindaco Garozzo non prende minimamente in considerazione, considerato che – sia da commissario delle Terme che da sindaco della città – si è sempre dichiarato contrario allo smembramento, senza tuttavia spiegarne tecnicamente le ragioni. Se da commissario dell’ex azienda delle Terme tali preoccupazioni si potevano forse comprendere, da sindaco della città non si spiegano affatto, anche perché se, da un lato, il primo cittadino è preoccupato di speculazioni immobiliari sul patrimonio delle Terme, dall’altro sarebbe nelle condizioni di intervenire con gli strumenti della pianificazione urbanistica adottati dal consiglio comunale, per vincolare le destinazioni d’uso delle aree dove insistono stabilimenti ed edifici delle Terme.
Un tema sul quale né Garozzo né il presidente del Consiglio Toruccio Di Maria sono finora riusciti a fornire spiegazioni convincenti, ritardando ogni possibile intervento del civico consesso, fermo ancora all’ordine del giorno del 1 febbraio del 2011 con il quale si impegnava all’unanimità a compiere una serie di atti che finora non sono mai stati espletati. E sono passati ben due anni!
Sul fronte dell’altro processo, cioè la liquidazione, non ci sono elementi di rilievo. Il liquidatore Giuseppe Triolo che, nominato dal governo Lombardo, ha sostituito a fine settembre Margherita Ferro è stato chiamato a riferire alla Regione Siciliana, anche alla luce dei negativi risultati dell’ultimo bilancio approvato proprio dalla Ferro e dal suo collega Michele Battaglia.
Risultati che confermano lo stato di disfacimento della società di gestione, ormai incapace di generare ricavi da prestazioni, e sommersa dai debiti, nonostante una consistenza immobiliare che, almeno virtualmente, assicura l’equilibrio fra attività e passività. Non c’è dubbio che lo stato della liquidazione inciderà anche sugli esiti del processo di privatizzazione perché la società di gestione degli stabilimenti termali è come se fosse in coma e un investitore privato che dovesse subentrare alla Regione insisterebbe per ottenere significativi sconti sugli oneri per l’affidamento della gestione.
Nel frattempo, all’Assemblea Regionale Siciliana l’on.Concetta Raia ha riproposto il disegno di legge sul riordino del settore termale in Sicilia che, sul finire della legislatura precedente, aveva presentato insieme al suo compagno di partito, l’on.Giovanni Barbagallo. Sarebbe opportuno, parallelamente alla soluzione delle questioni di Sciacca (in via di definizione) e di Acireale (ancora in alto mare), che si desse corso all’esame di questa proposta di legge per definire, in modo chiaro e inequivocabile, “se, come, quanto, quando e dove” la Regione Siciliana vorrà impegnarsi per il termalismo.
E soprattutto “perché”.
Saro Faraci


RIORDINO DEL SETTORE TERMALE, L’ON. RAIA HA RIPRESENTATO IL DISEGNO DI LEGGE.

Riordino del settore termale (ddl n. 10 del 13 dicembre 2012 XVI Legislatura)
Iter
Attuale
28 dic 2012 Assegnato per esame Commissione QUARTA
Storico
24 dic 2012 Annunziato Seduta n. 7 AULA
28 dic 2012 Assegnato per parere Commissione SESTA
Concetta-Raia
RELAZIONE DEL DEPUTATO PROPONENTE

         Onorevoli colleghi,

         il   processo  di  privatizzazione  delle  Terme   di
     Acireale  e  Sciacca,  avviato con  l'articolo  23  della
     legge   regionale  10/1999  e  concretizzatosi   con   la
     costituzione  delle società  Terme di Acireale  S.p.A.  e
     Terme  di  Sciacca S.p.A, ha avuto un esito fallimentare,
     in quanto non è mai stato effettivamente ratificato.

         L'Assemblea  regionale siciliana  con  l'articolo  21
     della  legge  regionale 11/2010 ha disposto  che    Entro
     180  giorni  dall'avvenuta cessione  alla  Regione  delle
     quote azionarie detenute dalle aziende autonome Terme  di
     Acireale   e  Terme  di  Sciacca  rispettivamente   nelle
     società  Terme  di  Acireale S.p.A. e  Terme  di  Sciacca
     S.p.A.,  la Ragioneria generale della Regione  attiva  le
     procedure  necessarie  a  porre in  liquidazione  le  due
     Società  e,  tramite  lo  svolgimento  di  una  gara   ad
     evidenza  pubblica, affida a soggetti privati la gestione
     e   la  valorizzazione  dei  complessi  cremotermali   ed
     idrominerali   esistenti  nel   bacino   idrotermale   di
     Acireale  e  di  Sciacca, compreso lo sfruttamento  delle
     acque   termali  ed  idrominerali,  nonché  le   attività
     accessorie e complementari'.

         Difformemente  alla  suddetta  legge  le   Terme   di
     Acireale   S.p.A.   è   stata   posta   in   liquidazione
     nell'assemblea  del  novembre 2010  senza  che  le  quote
     siano  state  cedute alla Regione, mentre  la  Ragioneria
     generale  della  Regione non ha a tutt'oggi  attivato  le
     procedure   per   la  gara  ad  evidenza   pubblica   per
     l'affidamento ai privati.
         Le  Terme  di Acireale fino all'anno 2005  occupavano
     circa 100 persone, attualmente rimangono a suo carico  17
     dipendenti.    Il   personale   dell'Azienda    Autonoma,
     attraverso la legge regionale 11/2007  è  transitato  nel
     ruolo  ad esaurimento della Regione mantenendo i  diritti
     acquisiti.  Successivamente,  nel  settembre   del   2008
     (D.D.G.  Assessorato  alla Presidenza,  n.  8160  del  30
     settembre  2008) viene data attuazione al ruolo  speciale
     di  cui  alla  legge regionale 11/2007  e  85  dipendenti
     vengono    deportati'  in  uffici  regionali  periferici,
     disperdendo  un  patrimonio  professionale  e   sanitario
     pluridecennale.  Tale  dismissione' di personale  avviene
     a  seguito  di  una  decisione del  CdA  del  2007   che,
     misteriosamente,    non    rinnovava    le    convenzioni
     specialistiche con il servizio sanitario nazionale e  con
     altri  Enti (Alitalia, Ministero Difesa, INPS,  ENASARCO,
     ecc.).

         Difatti  è  una dismissione delle Terme  di  Acireale
     quella  operata  dal CdA che nel maggio del  2009   porta
     alla  locazione di parte della struttura ad  una  società
     privata,  la Emira S.r.l., che eroga prestazioni  termali
     anche  in  acque e fanghi sulfurei, autodeterminando  una
     situazione  di  concorrenza  interna  dai  profili   poco
     chiari.

         Nonostante  questo impoverimento,  scientifico',  del
     patrimonio  termale  acese, di fatto  la  privatizzazione
     non   è   mai   avvenuta.   La  potremmo   definire   una
      privatizzazione  formale', visto che  si  è  passati  da
     società  pubblica a società per azioni il cui capitale  è
     rimasto  in  mano  pubblica.  Quindi  il  legislatore  ha
     inteso  sottolineare  che non vi è  alcuna  soluzione  di
     continuità  nell'esercizio  dell'attività  collettiva  da
     parte  dell'organizzazione, la quale invero, pur  mutando
     veste    esteriore,   mantiene   la   propria    identità
     originaria.  Una riprova di quanto detto è nell'esplicita
     previsione legislativa di cui all'articolo 23,  comma  1,
     ultima   parte,  legge  regionale  n.  10/99  ove   viene
     specificato  che   le società per azioni  derivate  dalle
     predette  aziende succedono a queste nella  totalità  dei
     rapporti giuridici'.

         Come conseguenza il processo di privatizzazione,  che
     avrebbe dovuto comportare per la Regione un risparmio  di
     spesa   pubblica,   si  è  tramutato  in   un   paradosso
     legislativo.   Come  se  ciò non  bastasse  la  Terme  di
     Acireale  Spa non svolge alcuna attività, e  buona  parte
     dei  dipendenti  sono stati assegnati ad  altre  mansioni
     all'interno  dell'amministrazione  regionale.  A  ciò  si
     aggiunge che la Regione ha dovuto effettuare nel  passato
     degli  aumenti di capitale alle due società  al  fine  di
     ripianare  i  debiti.  La  pessima  gestione  ha   quindi
     comportato  non  il rilancio auspicato ma  un  conclamato
     fallimento   della    gestione   privata   con   capitali
     pubblici'.

         Per  le motivazioni suddette, e al fine di rilanciare
     il    termalismo   siciliano,   si   ritiene    opportuno
     intervenire  con  un  disegno di legge  di  riordino  del
     settore   che  parta  dal  recepimento  della   normativa
     nazionale,  la  Legge  24  ottobre  2000,   n.  323,  ma
     integrata  e rivista secondo le esigenze che si ritengono
     meglio rispondenti alla realtà siciliana.

         Se  qualche  decennio  fa le Terme  si  configuravano
     quasi   esclusivamente  come  luoghi  di  cura  di   tipo
     ospedaliero,  oggi  le  terme  sono  luoghi  dove  vivere
     pienamente  esperienze legate alla cura ed alla  vacanza,
     al  benessere  ed  al buon vivere.  Il  settore  termale,
     per  le  sue  caratteristiche  di  eco-compatibilità,  ha
     ancora   forti  potenzialità  inespresse  in  Sicilia   e
     potrebbe   rappresentare un settore di punta  nell'ambito
     dell'offerta  curativa e turistica,  sia  potenziando  le
     stazioni  esistenti,  sia recuperando  località  che  non
     hanno avuto sufficiente fortuna.

         La  riconosciuta  efficacia terapeutica  delle  acque
     termali  ha, infatti, comportato il loro inserimento  nel
     sistema  sanitario nazionale e nei livelli essenziali  di
     assistenza  prevedendo, nell'ottica costituzionale  della
     tutela della salute, l'estensione delle terapie, a  costi
     contenuti, all'intera popolazione. Oggi il mondo  termale
     è  una realtà che rinuncia a qualsiasi etichetta e che si
     conferma  come  il luogo più idoneo per il raggiungimento
     delle  condizioni  di  completo benessere  della  persona
     dove  è  possibile  procedere alla  cura  delle  malattie
     sposando   la   terapia  naturale  con  una   altrettanto
     naturale immersione in oasi di verde e di pace.

         In   questo   disegno  di  legge,  così  come   nella
     normativa  nazionale, vengono separate in modo  netto  le
     competenze e le prerogative del  termalismo sanitario'  e
     del   termalismo del benessere' (ristorazione,  strutture
     ricettive,  manutenzione  del  verde,  ecc.),  tanto   da
     prevedere   la   separazione  fisica   delle   strutture,
     affidando  queste  ultime,  tramite  apposita   gara   di
     appalto, alla gestione dei privati.

         Inoltre,  si da mandato alla Regione di istituire  un
     marchio  di qualità termale e conseguente attivazione  di
     canali  di  finanziamento per l'attività, si promuove  la
     qualificazione   sanitaria  degli  stabilimenti   termali
     integrandoli  con  le  altre  strutture  sanitarie   del
     territorio,  le Università, gli Istituti di  Ricerca  per
     lo  svolgimento delle attività relative alla  definizione
     dei  modelli  metodologici e alla  supervisione  tecnico-
     scientifica.

                                ---O---

              DISEGNO DI LEGGE DI INIZIATIVA PARLAMENTARE

                                Art. 1.
                               Finalità

         1.   La   presente  legge,  in  conformità   con   le
     disposizioni della legge 24 ottobre 2000, n. 323 e con  i
     principi  statutari della Regione disciplina la tutela  e
     la valorizzazione sanitaria nonché la riqualificazione  e
     la  salvaguardia territoriale del patrimonio  idrotermale
     siciliano,   anche   per   il  sostegno   alle   attività
     turistiche correlate alle risorse naturali, ambientali  e
     culturali delle zone termali.

                                Art. 2.
                  Ambito di applicazione e interventi

         1. Per le finalità dell'articolo 1 la Regione:

         a)  favorisce  la  collaborazione e il  coordinamento
     tra  le aziende termali siciliane promuovendo lo sviluppo
     di   un'immagine   coordinata  del  settore   termale   e
     incentivando iniziative per la costituzione di  distretti
     termali, consorzi o reti d'imprese;

         b)  definisce le condizioni attraverso cui realizzare
     l'integrazione   delle  azioni  e   delle   attività   di
     competenza  dei diversi livelli istituzionali  nonché  la
     partecipazione  dei  privati alla programmazione  e  alla
     realizzazione  degli interventi secondo  quanto  previsto
     dalla presente legge;

         c)   promuove   la  ricerca  sulle  risorse   termali
     siciliane e sulle loro applicazioni;

         d)    promuove    l'affermazione    della    validità
     scientifica  e  dell'efficacia terapeutica delle  risorse
     termali  siciliane  e  delle  prestazioni  erogate  dalle
     aziende  termali siciliane, anche attraverso il  sostegno
     a  studi  e  ricerche, in collaborazione con il  Servizio
     sanitario  regionale e nazionale e con  gli  istituti  di
     ricerca medica e le università;

         e)  incentiva  la  ricerca e  la  coltivazione  delle
     fonti di approvvigionamento idrico;

         f)  sostiene  la  qualificazione  degli  stabilimenti
     termali   siciliani  e  la  promozione   degli   standard
     qualitativi delle prestazioni da essi erogate;

         g)  favorisce  il  pieno e razionale  utilizzo  delle
     risorse  termali, anche mediante il loro  impiego  presso
     le  strutture  turistico-ricettive,  nel  rispetto  delle
     norme sanitarie;

         h)    favorisce    iniziative   e   accordi,    anche
     internazionali,  per agevolare la mobilità  dei  pazienti
     residenti   nei  Paesi  dell'Unione  europea  verso   gli
     stabilimenti   termali  siciliani,  nel  rispetto   della
     normativa statale vigente.

                                Art. 3.
                            Natura dei beni

         1.  Le  fonti  delle acque minerali e  termali,  così
     come  classificate dall'articolo 2 del R.D. n. 1443/1927,
     nonché  le  fonti di sorgente idrica così  come  definite
     dal  decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 399, esistenti
     nel  territorio  demaniale  fanno  parte  del  patrimonio
     indisponibile della Regione.

         2.   I   lavori   occorrenti   alla   ricerca,   alla
     coltivazione  e  all'utilizzazione  delle  acque  termali
     sono  di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti e  le
     relative  opere  sono  acquisite al patrimonio  regionale
     nel rispetto della normativa vigente.

         3.   Le   aree  di  rispetto  assoluto  per  finalità
     igienico-sanitarie,  in  quanto  strettamente   collegate
     alle  risorse  termali, sono di pubblica utilità  e  come
     tali possono essere soggette ad esproprio.

                                Art. 4.
                      Attribuzioni delle funzioni

         1.    Alla    Regione   compete   la   pianificazione
     territoriale  e la programmazione economica  del  settore
     termale  unitamente  alla  vigilanza  e  alla  statistica
     relativa  alle  attività  volte allo  sfruttamento  delle
     risorse idrotermali e delle acque di sorgente.

         2.   Le   funzioni   relative   alla   pianificazione
     mineraria   sono  esercitate  dall'Assessorato  regionale
     dell'energia e dei servizi di pubblica utilità.

         3.     La    funzione    afferente    la    vigilanza
     sull'autorizzazione  all'apertura   al   pubblico   degli
     stabilimenti   termali,  è  esercitata   dall'Assessorato
     regionale della salute.

                                Art. 5.
                         Stabilimenti termali

         1.  In  materia  termale si applicano in  Sicilia  le
     qualificazioni e le prescrizioni di cui agli  articoli  2
     e  3  della  legge 24 ottobre 2000, n. 323, in ordine  ai
     requisiti  degli  stabilimenti termali ed  alle  connesse
     attività di cura.

         2.  La  Regione promuove la qualificazione  sanitaria
     degli  stabilimenti termali e l'integrazione degli stessi
     con  le  altre  strutture sanitarie  del  territorio,  in
     particolare  nel  settore  della  riabilitazione,  avendo
     riguardo  alle  specifiche situazioni epidemiologiche  ed
     alla programmazione sanitaria.

         3.   Le  cure  termali  sono  erogate  a  carico  del
     Servizio   sanitario  regionale,  ai  sensi   di   quanto
     previsto   dall'articolo  6,  negli  stabilimenti   delle
     aziende  termali  accreditate, ai sensi  dell'articolo  8
     quater del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.  502,
     introdotto  dall'articolo 8 del  decreto  legislativo  19
     giugno 1999, n. 229.

                                Art. 6.
                     Erogazione delle cure termali

         1.     Le   patologie  per  il  cui   trattamento   è
     assicurata  l'erogazione delle cure termali a carico  del
     Servizio sanitario regionale sono quelle individuate  dal
     decreto  del  Ministro della sanità del 22 marzo  2001  e
     successive  modifiche ed integrazioni, fermo restando  il
     sistema   di  partecipazione al costo  delle  prestazioni
     sanitarie  e  del  relativo  regime  di  esenzioni   come
     previsto dal decreto legislativo 29 aprile 1998,  n.  124
     e  successive  modifiche  ed integrazioni,  nonché  dalle
     vigenti  disposizioni in merito applicati nel  territorio
     della  Regione.  In  particolare  il  Servizio  sanitario
     regionale  assicura  i  cicli  di  cure  termali  per  la
     riabilitazione   motoria   e   neuromotoria,    per    la
     riabilitazione   funzionale  del  motuleso   e   per   la
     riabilitazione della funzione cardiorespiratoria e  delle
     funzioni     auditive    garantiti    agli     assicurati
     dell'Istituto  nazionale per l'assicurazione  contro  gli
     infortuni   sul   lavoro  (INAIL)  per   ciascuna   delle
     patologie  per  gli stessi previste e  secondo  le  linee
     guida    concernenti   l'articolazione   in   cicli    di
     applicazione  singoli  o  combinati  per  ciascuna  delle
     patologie  individuate  dal decreto  del  Ministro  della
     sanità  del  22  marzo  2001 e  successive  modifiche  ed
     integrazioni.

         2.     Altri   aspetti  dell'erogazione  delle   cure
     termali    in    Sicilia   riferibili    alle    clausole
     identificative aggiornate sulle patologie tutelate  e  le
     prestazioni   erogabili   in   attuazione   dei   Livelli
     essenziali  di assistenza (LEA), sulle risorse  destinate
     dalle  imprese termali all'attività della Fondazione  per
     la  ricerca scientifica termale, sulla definizione  della
     figura  dell'operatore  termale,  sulla  regolamentazione
     relativa  ai requisiti igienico-sanitari specifici  delle
     piscine  termali,  sulla  revisione  dei  codici  per  la
     raccolta dati e semplificazioni delle procedure  di  cura
     termale   sono  ricomprese  e  definite  negli   appositi
     accordi  stipulati, con la partecipazione  del  Ministero
     della  sanità, tra le Regioni e le province  autonome  di
     Trento   e  di  Bolzano  e  le  organizzazioni  nazionali
     maggiormente   rappresentative  delle  aziende   termali;
     accordi  divenuti  efficaci con il recepimento  da  parte
     della  Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato,
     le  Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano
     nelle  forme  previste dagli articoli 2 e 3  del  decreto
     legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

                                Art. 7.
                        Regimi termali speciali

         1.  Il  Servizio sanitario regionale garantisce  agli
     assicurati  aventi  diritto  avviati  alle  cure  termali
     dall'Istituto  nazionale della previdenza sociale  (INPS)
     e   dall'INAIL   i   regimi  termali  speciali   di   cui
     all'articolo  6 del decreto-legge 20 settembre  1995,  n.
     390,  convertito,  con  modificazioni,  dalla  legge   20
     novembre 1995, n. 490.

                                Art. 8.
              Ricerca scientifica - Accordi di programma

         1.  L'Assessorato  regionale della  salute  favorisce
        la   collaborazione  delle  aziende  termali  per   la
     realizzazione  di  programmi di ricerca  scientifica,  di
     rilevazione  statistico-epidemiologica  e  di  educazione
     sanitaria,   mirati  anche  ad  obiettivi  di   interesse
     sanitario  generale,  ferme restando  le  competenze  del
     Ministro  dell'università e della ricerca  scientifica  e
     tecnologica.  La  Regione si avvale della  collaborazione
     con  le università siciliane, degli enti e degli istituti
     di   ricerca  specializzati,  per  lo  svolgimento  delle
     attività   relative   alla   definizione   dei    modelli
     metodologici   e  alla  supervisione  tecnico-scientifica
     sulla attuazione degli stessi programmi.

         2.  La  Regione  promuove programmi di  formazione  e
     ricerca    scientifica   sulle   risorse    termali    ed
     idrominerali  in collaborazione con istituti  di  ricerca
     ed  università.  Promuove  altresì,  in  accordo  con  il
     Ministero  dell'istruzione,  convenzioni  ed  accordi  di
     programma  per favorire l'istituzione, in Sicilia,  della
     Scuola  di  specializzazione in medicina termale  di  cui
     all'articolo 7 della legge 323/2000.

         3.  La  Regione e gli enti pubblici e privati possono
     sottoscrivere  accordi di programma, intese istituzionali
     o  porre  in  essere altre forme di cooperazione  per  la
     promozione   di  un  sistema  integrato  delle   attività
     produttive nei territori termali.

                                Art. 9.
               Ricerca idrogeologica e conduzioni fonti
                          approvvigionamento

         1.   La  Regione  promuove  e  incentiva,  attraverso
     convenzioni  tra  le aziende termali, le  università  e/o
     gli enti di ricerca più qualificati (INGV, CNR, ecc.)  la
     ricerca  e  il monitoraggio della risorsa idrica  termale
     per  garantirne  la qualità e la quantità  nel  tempo  e,
     laddove    necessario   per   le   strategie   aziendali,
     incrementare   le   portate  delle  fonti   esistenti   e
     individuarne di nuove.

                               Art. 10.
                 Valorizzazione dei territori termali

         1.  Nell'ambito  dei piani e dei progetti  regionali,
     nazionali   e   comunitari  che  comportano  investimenti
     ordinari  e straordinari per la promozione e lo  sviluppo
     economico-sociale  di  aree  comprendenti   territori   a
     vocazione  turistico-termale,  la  Regione  favorisce  la
     destinazione   di   adeguate   risorse   aggiuntive   nei
     confronti  degli  stessi territori per  il  potenziamento
     dell'offerta sanitaria in relazione al fabbisogno  e  per
     la    crescita    della    dotazione    infrastrutturale,
     tecnologica, alberghiera e turistica nelle aree termali.

         2.   Per   migliorare   il  contesto   ambientale   e
     incrementare  la  qualità dell'offerta  ricettiva  e  dei
     servizi  delle  aree  termali  la  Regione  promuove   la
     realizzazione  di  piani  di  qualificazione  delle  aree
     termali che fanno riferimento al territorio del comune  o
     dei comuni entro cui si svolge un'attività termale.

         3.  I  piani di potenziamento di cui ai commi 1  e  2
     possono   essere   presentati  dai  comuni,   singoli   o
     associati, o dalle aziende termali

                               Art. 11.
                    Riconoscimento distretti termali

         1.   Gli   strumenti  per  il  raggiungimento   delle
     finalità  di  cui  all'articolo 2, sono il  documento  di
     programmazione  economica  e  finanziaria  regionale,  il
     Piano   regionale  di  sviluppo  termale,  il   distretto
     termale,  e,  nel  caso  di  più  distretti  termali,  la
     Commissione  regionale per il termalismo,  istituita  con
     apposito  decreto e composta da enti locali  interessati,
     università, operatori economici ed esperti del settore.

         2.  Entro  sessanta  giorni  dall'approvazione  della
     presente  legge,  l'Assessorato  regionale  del  turismo,
     dello sport e dello spettacolo, al fine di promuovere  lo
     sviluppo  del termalismo, adotta con proprio  decreto  le
     modalità   ed   i  criteri  per  il  riconoscimento   dei
     distretti  termali  nei  quali  si  realizza  un  sistema
     integrato  tra  il termalismo e le risorse  ambientali  e
     culturali del territorio;

         3.  Il  distretto termale esprime la  capacità  degli
     attori  pubblici e privati di promuovere la realizzazione
     di   una   serie   di   progetti  strategici   ricompresi
     all'interno  di  un  patto  che  mira  a  realizzare   lo
     sviluppo  integrato del distretto termale  in  conformità
     agli  strumenti di programmazione comunitaria,  nazionale
     e regionale.

                               Art. 12.
         Promozione del termalismo e del turismo nei territori
                                termali

         1.  Nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili
     e  nell'esercizio  della  propria attività  istituzionale
     l'Assessorato regionale del turismo, dello sport e  dello
     spettacolo  inserisce  nei propri piani  e  programmi  di
     promozione   turistica   regionale   e   locale    idonee
     iniziative  per la promozione del termalismo quale  parte
     integrante    della    complessiva   offerta    turistica
     siciliana,  utilizzando  anche  a  tale  fine   l'apporto
     tecnico-organizzativo     di     organismi     consortili
     eventualmente  costituiti  con  la  partecipazione  delle
     aziende  termali  e di istituzioni, enti ed  associazioni
     pubblici    o    privati   interessati   allo    sviluppo
     dell'economia dei territori termali.

         2. L'Assessorato regionale della salute:

         a)  favorisce l'accreditamento ed il convenzionamento
     delle  strutture  termali nel rispetto dei  requisiti  di
     legge;

         b)  eroga  contributi  fino  ad  un  massimo  di  500
     migliaia di euro annui per progetti specifici di  cure  e
     terapie  termali  innovative per  categorie  di  pazienti
     particolari,   ovvero   studi  e   ricerche   nel   campo
     dell'idrologia  medica applicata, anche in collaborazione
     con  le  università siciliane. I predetti progetti devono
     essere   presentati  dalle  università  o  dalle  Aziende
     termali  entro  il  28 febbraio di ogni  anno  ed  essere
     ammessi  a finanziamento entro il 30 giugno di ogni  anno
     previa  approvazione  dell'Assessore  regionale  per   la
     salute.

         3.  Per  l'attuazione del programma di promozione  ed
     incentivazione   del   turismo   termale    l'Assessorato
     regionale  del  turismo, dello sport e  dello  spettacolo
     eroga  incentivi  a  favore  dei  comuni  termali  e   di
     privati, in relazione a:

         a)   costruzioni  e  ristrutturazioni  di   strutture
     ricettive alberghiere e ricettive in genere;

         b) riqualificazione urbana dei territori termali;

         c)  realizzazione nei territori termali  di  impianti
     sportivi   e   per   il  tempo  libero   per   consentire
     un'adeguata  attività complementare al  ripristino  dello
     stato di benessere psico-fisico;

         d) manifestazioni ricreative e culturali;

         e)   innovazione   tecnologica   e   gestionale   nei
     territori termali.

         4.  Gli  incentivi di cui al comma 3 sono individuati
     da  apposito  decreto  dell'Assessore  regionale  per  il
     turismo,  lo sport e lo spettacolo che fissa  i  relativi
     limiti  di  finanziamento  a carico  del  bilancio  della
     Regione  e  dell'eventuale  cofinanziamento  degli   enti
     locali.

                               Art. 13.
                      Marchio  Terme di Sicilia'

         1.  E' istituito il marchio di qualità termale  Terme
     di   Sicilia'   riservato  ai  titolari  di   concessione
     mineraria  per le attività termali che ne fanno  espressa
     domanda  di  assegnazione. La Regione promuove  forme  di
     collaborazione  e  cooperazione tra  le  aziende  termali
     siciliane,  finalizzate in particolare ad  accrescere  la
     notorietà  e  l'elevazione degli standard di qualità  dei
     servizi  del  settore  termale  nell'ambito  del  turismo
     siciliano.  L'Assessore  regionale  per  il  turismo,  lo
     sport  e  lo  spettacolo con decreto  da  emanarsi  entro
     novanta  giorni  dalla data di entrata  in  vigore  della
     presente  legge regolamenta d'attuazione e  le  procedure
     per   l'attribuzione  del  marchio,   le   modalità   per
     gestirlo,  il  procedimento per il  riconoscimento  della
     qualità  e  la  eventuale  revoca  dell'attribuzione  del
     marchio.

         2.  Ai  fini dell'attribuzione del marchio  Terme  di
     Sicilia'   il   soggetto   titolare   della   concessione
     mineraria   per  le  attività  termali  deve   presentare
     all'Assessorato  regionale del  turismo,  dello  sport  e
     dello  spettacolo la domanda di assegnazione del  marchio
     di  qualità  termale  unitamente  ad  una  documentazione
     attestante:

         a)  l'adozione di apposito bilancio ambientale  e  la
     relativa relazione tecnica;

         b)  la  sottoscrizione, certificata dalla  competente
     camera    di   commercio,   industria,   artigianato    e
     agricoltura,  di  accordi  volontari  tra  gli   esercizi
     alberghieri  del  territorio termale per autodisciplinare
     l'uso    più   corretto   dell'energia,   preferibilmente
     proveniente  da  fonti rinnovabili, e  dei  materiali  di
     consumo in funzione della tutela dell'ambiente;

         c)   l'attività  di  promozione,  certificata   dalla
     competente  azienda  di  promozione  turistica,  per   la
     valorizzazione  delle  risorse  naturali,   culturali   e
     storico-artistiche proprie del territorio termale;

         d)  l'adozione da parte degli enti locali  competenti
     di  idonei  provvedimenti per la gestione più appropriata
     dei   rifiuti  e  per  la  conservazione  e  la  corretta
     fruizione dell'ambiente naturale.

         3.  L'assegnazione del marchio di qualità  termale  è
     sottoposta a verifica da parte all'Assessorato  regionale
     del  turismo,  dello  sport e dello spettacolo  ogni  tre
     anni.
                               Art. 14.
                         Copertura finanziaria

         1.   Agli   oneri  derivanti  dall'attuazione   della
     presente  legge  si provvede per l'esercizio  finanziario
     in  corso con parte delle disponibilità U.P.B. 4.2.1.5.2.
     capitolo 215704, accantonamento 1001.

         2.  Per ciascuno degli esercizi finanziari successivi
     si  provvede  con legge di bilancio e le  relative  somme
     trovano   riscontro   nel  bilancio   pluriennale   della
     Regione.

                               Art. 15.
                           Entrata in vigore

         1.  La  presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta
     ufficiale della Regione siciliana.

         2.  E'  fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla
     e di farla osservare come legge della Regione.
 
 
Fonte: http://termediacireale.wordpress.com/ 

QDS: TERME DI ACIREALE, PRIVATIZZAZIONE IN STALLO.


L’articolo del Quotidiano di Sicilia a firma di Daniela Gieri.
Catania – Terme di Acireale, privatizzazione in stallo. Non c’è ancora il bando pubblico
di Daniela Gieri
Faraci (Forum Terme Acireale): “Chiarire la destinazione urbanistica per evitare possibili speculazioni”. Doveva uscire a ottobre. Il sindaco Garozzo: “Aspettiamo il governo regionale”
ACIREALE – Ancora nessuna traccia del bando promesso dalla Regione per la messa in vendita delle Terme di Acireale. Dalla riunione intercorsa il 22 ottobre 2012 tra l’assessore Armao e i Comuni di Acireale e Sciacca, dove era stato condiviso uno schema preciso per la pubblicazione del bando, niente è stato fatto, o meglio, dopo l’ennesimo incontro, il 10 gennaio esce sulla gazzetta ufficiale il bando relativo alle Terme di Sciacca, ci si chiede dove sia andato a finire quello sulle Terme Santa Venera di Acireale.
Rosario Faraci, coordinatore del forum permanente Terme di Acireale che ha più volte sollecitato il sindaco Nino Garozzo ad intervenire interpellando il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, critica aspramente l’operato dell’amministrazione riguardo la gestiane della delicata situazione: “L’avvocato Garozzo, che è persona precisa, ha gestito male l’intera vicenda fin dall’inizio della liquidazione della società di gestione Terme di Acireale Spa e nelle fasi di accompagnamento alla pubblicazione del bando per la privatizzazione. Continua ad imputare alla Regione Siciliana, ai presidenti, assessori e dirigenti di turno, responsabilità nei ritardi, nelle errate valutazioni, nei difetti di procedura. In realtà avrebbe dovuto fare due cose, che non ha mai voluto fare. La prima – afferma Faraci – è chiarire una volta per tutta la destinazione urbanistica delle zone su cui insistono gli stabilimenti termali, evitando di seminare il panico in città sui rischi di speculazione intorno alla destinazione d’uso dell’Albergo Excelsior Palace qualora fosse espropriato dall’ex Banco di Sicilia. La seconda è comportarsi da primo cittadino, e non solo da alfiere di una battaglia procedurale contro la Regione. Un sindaco si mette in sintonia con la sua città e porta avanti, tirando fuori le unghia, una battaglia civile per salvaguardare un cespite importante della storia e dell’economia del suo territorio. Il Forum gli ha teso la mano diverse volte, ma Garozzo è distratto da altro. Aspettiamo che ci chiami da due anni”.
Non si è fatta attendere la replica del sindaco Nino Garozzo, che si affida al nuovo governo: “Il discorso è molto chiaro, il Comune di Acireale,dal 2007, scrive ripetutamente alla Regione individuando un percorso che non è solo quello individuato dal sindaco, ma da documenti votati all’unanimità da tutto il Consiglio comunale. Noi siamo per la gestione privata delle Terme con l’assicurazione del patrimonio pubblico in mano alla Regione affinchè si eviti, una speculazione immobiliare. L’unico che ci ha convocati, è stato l’assessore Armao, abbiamo concordato un bando che doveva essere pubblicato a fine ottobre 2012.
Eravamo insieme a Sciacca in questo tavolo istituzionale, l’assessore ha ritenuto di invitare solo i vertici e non ha voluto convocare i forum di Sciacca e Acireale che è stato informato, sulle questioni che andavano delineandosi. Gli accordi assunti – replica ancora il sindaco Garozzo – con l’assessore Armao erano pubblicazione immediata di questo bando, che doveva comprendere tutti gli immobili del patrimonio termale senza distinzioni, e sul patrimonio termale, l’Excelsior e il Polifunzionale, temiamo che ci possa essere una vendita separata perché vi è un’azione coattiva per mancato pagamento dei mutui. Sappiamo, perché l’abbiamo scoperto, che la Regione ha tolto i soldi alla ricapitalizzazione della legge 2007, per cui i 14 milioni di euro che c’erano o che ci dovevano essere, oggi non ci sono più. Tutte queste cose sono state dette alla pubblica opinione e alle pubbliche istituzioni ,quindi, non mi pare che all’interno della città ci possano essere occasioni per fare polemica. Aspettiamo dal nuovo Governo se confermerà la volontà di una collaborazione di condivisione col territorio o meno”.
Articolo pubblicato il 07 febbraio 2013 – © RIPRODUZIONE RISERVATA


2013/02/02

DUE ANNI SPRECATI. IL CONSIGLIO COMUNALE DI ACIREALE LONTANO DALLE TERME.

Il 1 febbraio del 2011 il Consiglio Comunale votava all’unanimità un ordine del giorno che – come è possibile leggere nell’allegato documento – da un lato impegnava l’Amministrazione Comunale a richiedere un “tavolo di confronto permanente” con la Regione Siciliana e dall’altro impegnava lo stesso civico consesso ad “adottare tutti gli atti necessari per non pregiudicare le previsioni e i vincoli urbanistici contenuti nel PRG in ordine alla riqualificazione ed allo sviluppo del termalismo nella nostra Città”. Di quel documento il Sindaco Avv.Nino Garozzo si è sempre fatto scudo, nel corso di questi anni, per ribadire l’esistenza di una unanime volontà della Città in merito ai percorsi di privatizzazione delle Terme. Ovviamente, si trattava soltanto di un ordine del giorno, votato all’unanimità, che tuttavia ha registrato un progressivo disimpegno del civico consesso dalla vicenda Terme.

Nel corso di questi anni, il civico consesso ha fatto veramente ben poco, quasi niente. Nel marzo del 2011 ha favorito l’audizione in aula del liquidatore Margherita Ferro, sentita in realtà nella sua veste di amministratore unico per il periodo 2009-2010 in cui ha ricoperto tali mansioni. Di tanto in tanto, nei sporadici e disarticolati interventi di alcuni suoi consiglieri, ha toccato di striscio la questione, senza mai volerla approfondire prima di pervenire ad alcune possibili soluzioni nell’interesse della città di Acireale. Rimangono alcune lettere dell’ex Presidente Pietro Filetti al Sindaco Garozzo e alla Regione Siciliana; l’incontro promosso dallo stesso Filetti insieme ai capigruppo consiliari e al Forum il 9 dicembre del 2011; l’incontro il 1 giugno 2012 in VI Commissione consiliare con Antonio Riolo, il Presidente Toruccio Di Maria, il Vice Sindaco Mario Pavone, alcuni consiglieri e ancora una volta il Forum. Per il resto, se non fosse stato proprio per il coordinamento inter-associativo proposto dal Lions Club di Acireale, il Consiglio non avrebbe fatto nemmeno questo.
Il “tavolo di confronto permanente” è stato richiesto alla Regione Siciliana dal Sindaco Garozzo, solo dopo che l’ex Presidente del Consiglio Pietro Filetti glielo aveva sollecitato, su invito ad intervenire da parte del Forum permanente sulle Terme di Acireale. Mai concesso dalla Regione Siciliana, è stato rimpiazzato da un impegno dell’ex assessore Gaetano Armao, in prossimità della scadenza del mandato, di sentire il Comune di Acireale prima di ogni decisione importante sulla privatizzazione, come del resto è accaduto per Sciacca. Sul finire del suo mandato, l’ex assessore all’Economia convocò i Sindaci delle due città termali, a seguito della “levata di scudi” da parte dei Forum delle due cittadine. Come è noto, mentre il bando per la privatizzazione delle Terme di Sciacca è stato approvato, quello di Acireale è al palo per una serie di questioni formali legate alla incompleta disponibilità al patrimonio delle Terme dell’immobile che fino a dicembre del 2011 ha ospitato l’Albergo Excelsior Palace.
Non risulta, invece, che il Consiglio abbia fatto qualcosa in merito all’unico impegno che si era assunto. La problematica urbanistica non è stata mai affrontata seriamente e a nulla è valso il sollecito del Forum alla VI Commissione consiliare permanente, nell’incontro del 1 giugno scorso, poichè evidentemente nè la stessa Commissione nè il Presidente Di Maria sono politicamente nelle condizioni di investire il Consiglio della vicenda.
E così mentre la Regione Siciliana procede a singhiozzo sulla strada della privatizzazione, tralasciando completamente il monitoraggio sulla liquidazione in atto, il Consiglio e l’Amministrazione Comunale di Acireale, nonostante i proclami pubblici, sono distanti e disinteressati dalla vicenda delle Terme. L’argomento di tanto in tanto torna di attualità, ma solo come argomento di mera propaganda, nelle consultazioni elettorali. Per il resto, la classe politica locale rappresentata dal Consiglio e dall’Amministrazione ha deciso di rinunciare ad alcune prerogative istituzionali che altri centri termali in analoga situazione sono riusciti ad esercitare con autorevolezza, competenza ed efficacia.