2015/09/18

Carrozzoni regionali servono ai clientes

Crocetta incapace di tagliarli.


12 marzo 2015 - Carlo Alberto Tregua

Secondo l’Istat, il Pil per abitante a Bolzano è 39,8 mila euro, quello della Sicilia 16,5 mila euro, meno della metà. Il reddito da lavoro dipendente, per occupato, è in Lombardia di 38,9 mila euro, contro i 32,6 mila euro della Sicilia.
Ciò significa che l’economia siciliana è nella crisi più nera, perché non produce ricchezza (misurata dal Pil), mentre il ceto impiegatizio sta molto meglio, perché non risente della crisi in quanto riceve regolarmente lo stipendio.
Ovviamente ci riferiamo al ceto impiegatizio pubblico che continua a mantenere privilegi di stipendi elevati, privilegi ancor più accentuati nella dirigenza regionale, che percepisce stipendi e ammennicoli di ogni tipo per cifre stratosferiche non commisurate per nulla ai risultati che conseguono, cioè alla quantità e qualità di servizi che dovrebbero rendere a cittadini e imprese.
Da tutte le parti della Comunità siciliana comincia ad alzarsi la voce contro i privilegi di chiunque li goda. Come è noto, i privilegi di una minoranza danneggiano i diritti della maggioranza dei siciliani.

La conseguenza di quanto precede è che vi è il 20% dei siciliani che sta molto bene, forse un altro 20% che vive decorosamente, ma il 60% che arriva a fine giornata con molte difficoltà, non riuscendo a coniugare il pranzo con la cena.
Tra i privilegiati vi sono migliaia di siciliani pagati senza lavorare, senza alcuna missione, che quindi si possono tranquillamente definire come mantenuti.
I mantenuti della Regione sono persone senza onore e senza dignità, perché non vi può essere né onore né dignità quando qualcuno percepisce soldi pubblici senza nulla dare in cambio.
Tra i carrozzoni regionali vogliamo citare il Ciem, il Centro per l’internazionalizzazione e la promozione dell’economia Euro-mediterranea (società partecipata della Regione che aveva il compito di promuovere la crescita dell’imprenditorialità).
Il Ciem è stato posto in liquidazione nel 2009 senza sede, dopo lo sfratto. I dipendenti sono stati distaccati all’Eas, a Sviluppo Italia Sicilia, a Sicilia turismo e cinema, a Sicilia e-ricerca e in altri luoghi. è vero, si tratta solo di 12 dipendenti, ma l’esempio è emblematico. Ora ve ne citiamo altri, ancora più emblematici.

La Resais (Risanamento sviluppo e attività industriali siciliane), nata esclusivamente per inglobare tutto il personale confluito da società a totale partecipazione regionale miseramente fallite e scomparse, dal 1986 ad oggi ci è costata più di 1,2 mld di euro.
La Corte dei Conti, in un’ indagine del dicembre 2013 analizzava i costi delle partecipate regionali, rivelò che tra il 2009 e il 2012 tutte le partecipate regionali sono costate un miliardo di stipendi.
Tra questi, ovviamente, c’era in prima fila l’Azienda di trasporti della Regione (Ast). Segnalazioni arrivarono anche per Multiservizi (3.387.687 euro di sostegno finanziario); Biosphera in liquidazione (350 mila euro, richiesta del liquidatore per evitare lo stato di insolvenza); Sicilia e-ricerca (300 mila euro, aumento di capitale); Lavoro Sicilia, in liquidazione nel 2012 (285 mila euro a titolo di coperture perdite).
Sotto la lente dei magistrati contabili anche le società Sicilia e-servizi, Seus 118, Terme di Sciacca e Terme di Acireale, ancora in liquidazione.

Di fronte a questo scenario, un presidente della Regione, responsabile e degno di questo incarico, avrebbe dovuto affrontare con il macete queste situazioni e chiedere ai propri dirigenti di eliminare in 30 giorni questi carrozzoni che fanno perdere milioni di euro alla Regione e conseguentemente ai siciliani.
Questa relazione deve essere tenuta presente dai cittadini che devono provare dolore quando si accorgono che un dirigente regionale percepisce fino a 240 mila euro lordi senza risultati o quando pensionati dell’Ars percepiscono 500 mila euro l’anno.
Ogni cittadino deve essere consapevole che se non interviene scrivendo email a quotidiani e televisioni regionali, o intervenendo nei social con scritti di protesta contro questi abusi, il ceto politico e burocratico di qualunque livello farà ancora orecchie da mercante.
Dobbiamo rivolgere un plauso ai cittadini di Agrigento e Siracusa che hanno lanciato le monetine (ricordate l’hotel Rafael?) contro i consiglieri comunali delle rispettive amministrazioni. Basta mangiapaneatradimento.

Fonte: qds.it

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