2012/09/06

UN DISEGNO POLITICO PER SPECULARE SULLE TERME DI ACIREALE?

Gli esiti dello studio di Sviluppo Italia Sicilia e le prime conclusioni sulla impossibilità a privatizzare le Terme di Acireale, considerate le attuali condizioni strutturali, hanno destato qualche preoccupazione negli ambienti locali. A parte le perplessità manifestate fin dall’inizio dal Forum permanente, che per primo ha pubblicato ampi stralci dello studio dell’advisor analizzandone attentamente i contenuti, si sono registrate negli ultimi giorni ulteriori prese di posizione della politica. Tra queste, vanno sottolineate per concordanza di conclusioni le dichiarazioni di Salvatore La Rosa, dirigente locale del PD e portavoce del comitato civico Terme, e di Nino Garozzo, sindaco di Acireale. Il primo, intervistato da Lucia Basso per RAI3, il secondo in una nota pubblicata dal quotidiano La Sicilia, hanno parlato dell’esistenza di un disegno politico tendente a distruggere il termalismo ad Acireale e a favorire possibili speculazioni immobiliari sulle strutture che la Regione dovrebbe affidare ai privati. Avendo l’uno e l’altro grande esperienza politica alle spalle, tali conclusioni sembrano un po’ ovvie e scontate, apparentemente ingenue. La vicenda delle Terme è impantanata almeno dal 1999; si sono succedute nel frattempo amministrazioni regionali di diverso colore politico; è ruotata tutta la dirigenza negli uffici assessoriali; sono cambiate anche le coordinate di riferimento della “business community” locale e di quella regionale più vicina agli ambienti palermitani: pensare dunque che esistano i soliti noti o la stessa “mano invisibile” da tredici anni, forse più, che coordina abilmente tutte le operazioni finalizzate allo sfascio delle Terme sembra una leggenda metropolitana. Piuttosto - e il modesto studio di Sviluppo Italia Sicilia sembra confermare tale convincimento - pesano sull’intera vicenda l’inerzia organizzativa e l’approssimazione di molti uffici regionali, la scarsa conoscenza della problematica del termalismo, e un dedalo di carte della burocrazia che nel complesso rendono difficile dipanare il nodo della matassa, soprattutto dal punto di vista giuridico. Le distrazioni della politica, di tutta quanta la politica, fanno il resto. Ci si attendeva di più dallo studio dell’advisor che per due terzi ripropone conclusioni già note ed avallate da esperti del termalismo a livello nazionale ed internazionale e disponibili dall’estate del 2011 sul sito del Forum. Affermare che le Terme di Acireale e di Sciacca non sono per il momento privatizzabili era una conclusione alla quale già da tempo, senza avere l’expertise specifico dell’advisor, erano arrivati in molti. Piuttosto se la Regione, attraverso i due procedimenti di liquidazione, non definirà bene prima la “exit way”, cioè le modalità di uscita dal termalismo, anche mettendo mano al portafoglio ed immettendo qualche risorsa finanziaria, è naturale che nessun privato, da solo o in team con altri, sarà mai interessato alle Terme. Dunque, aver affidato lo studio a Sviluppo Italia, è sembrato più un adempimento dovuto per rispettare il cammino prospettato dalla legge 11 del 2010, che un momento funzionale alla privatizzazione. Gli esiti erano preannunciati. Adesso, si dovrà ricominciare daccapo.
Saro Faraci
03/09/2012

Fonte: ecodelleaci.it

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