A torto o a buona ragione, c’è molta attesa per la riunione che
stamattina si terrà a Palermo, in Assessorato. E’ un’attesa che dura
quasi da venti mesi, dall’avvio del sofferto procedimento di
liquidazione delle Terme di Acireale. In questo lasso di tempo, si è
costituito un comitato civico; il Consiglio comunale si è espresso
unitariamente in merito; c’è stata l’audizione del liquidatore in seno
al civico consesso; il Lions ha iniziato fattivamente ad occuparsi della
questione; è nato il Forum; si sono moltiplicate le iniziative di
sensibilizzazione; l’amministrazione Garozzo e il Consiglio comunale
hanno ripetutamente chiesto a Palermo un incontro con la Regione che non
c’è stato mai; ha chiuso i battenti l’Excelsior Palace Hotel e le
attività negli stabilimenti termali si sono ridotte al lumicino. In
questo periodo, sono stati pubblicati più di duecento articoli
giornalistici sulle Terme di Acireale.
Adesso, forse, siamo all’epilogo di una vicenda che, dopo la
conclusione del lavoro dell’advisor Sviluppo Italia Sicilia, continua a
rimanere dai contorni ancora sfumati e poco chiari. Il rischio che le
Terme non saranno né carne né pesce, non buone come Terme pubbliche, ma
nemmeno appetibili per i privati, è elevatissimo. Pesano le
responsabilità istituzionali della Regione (“culpa in eligendo”); ma la
politica locale non è esente da una “culpa in vigilando”.
A dispetto di queste vicende, però, gli Acesi sentono ancora proprie
le Terme di Santa Venera e di Santa Caterina. Appartengono alla loro
storia, alla loro tradizione; hanno rappresentato, in un certo momento
storico, il blasone della città. Nel comune sentire, dunque, anche se
pigri e indolenti nelle forme di impegno civile e sociale, gli Acesi
sono interessati alle Terme. Al Forum non è sfuggita nessuna
manifestazione di questo comune sentire.
Moltissimi e, di fronte al declino degli ultimi quindici anni e al
progressivo depauperamento del patrimonio immobiliare e termale, hanno
reagito di pancia, lanciando invettive contro la classe politica
regionale e locale, considerate responsabili di tale stato di cose. Una
parte della società civile si è mossa. Ha cominciato il comitato civico e
poi è andato avanti il Forum promosso dal Lions al quale va
riconosciuta continuità nell’azione di informazione, documentazione e
sensibilizzazione della coscienza civica. Non è mancato nemmeno il
protagonismo politico di chi, al governo come all’opposizione, persino
all’interno di uno stesso schieramento ma con posizioni completamente
diverse, non ha perso occasione di far sentire la propria voce, anche
nei casi in cui, forse, era più conveniente rimanere zitti.
Le Terme, dunque, ancora appartengono agli Acesi e qualcuno ha storto
il naso di fronte alla proposta, ventilata in un convegno, di cambiare
il nome in Terme dell’Etna per identificarle con un territorio più
ampio. Le Terme sono degli acesi. Punto e basta. Giusto o sbagliato che
sia. E con questo spirito, ci pare di aver capito, che domani spetterà
al Sindaco di Acireale rivendicare tale prerogativa al cospetto
dell’Assessore all’Economia.
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