2014/06/12

GDS: REGIONE, SVILUPPO ITALIA SICILIA NELLA BUFERA

 Mentre dal fronte delle Terme di Sciacca arrivano segnali preoccupanti di una possibile chiusura dello stabilimento, dalla Regione esplode il caso Sviluppo Italia Sicilia, la società che si è occupata direttamente della procedura di privatizzazione delle Terme di Sciacca e di Acireale, entrambe partecipate regionali. Se fosse vero l'enorme spreco di risorse, si può solo pensare che al peggio non c'è mai fine.

Dal GIORNALE DI SICILIA del 12/06/2014
In commissione Bilancio esplode il caso della situazione economica della società partecipata e delle spese per il personale. Quando è stata rilevata nel 2008 aveva utili a riserva per sei milioni, l’anno scorso perdite per quasi 2 milioni

Sviluppo Italia Sicilia, società di proprietà della Regione, ha perso l’anno scorso quasi due milioni eppure mantiene in servizio un dirigente generale che incassa ogni anno 183 mila euro lordi. Vincenzo Paradiso è forte di un contratto che gli garantisce anche l’uso «promiscuo», cioè per lavoro e vita privata, di una Volkswagen Passat i cui costi di leasing sono a totale carico della società. Un benefit che i nuovi vertici della partecipata hanno provato a togliere scontrandosi con i vincoli contrattuali. Mentre solo in forza della recente legge che impone un tetto da 160 mila ai dirigenti regionali potrà essere ridotto il compenso al manager. Ma ci vorrà del tempo, spiegano dal quartier generale di Sviluppo Italia. E così la partecipata nata per spingere le imprese siciliane si ritrova a essere, suo malgrado, l’immagine simbolo della denuncia che martedì la Corte dei Conti ha fatto durante l’audizione all’Ars sugli sprechi della Regione che mettono a rischio l’equilibrio di bilancio. Secondo il presidente della sezione di Controllo, Maurizio Graffeo, la Regione «ha il maggior numero di partecipate in Italia (sono 34) nonchè il primato per i costi del personale (312 milioni di cui 225 a carico del bilancio regionale). Ma la Corte dei Conti ha messo in guardia soprattutto sui debiti, e in generale sui costi di gestione, che queste società stanno maturando. Anche quelle che dovrebbero essere già chiuse: le 14 per cui è in corso la procedura di liquidazione costano ancora ogni anno 7,3 milioni, fra stipendi al management e ai dipendenti. Il Ciem, in liquidazione dal 2009 e senza una mission aziendale, mantiene in servizio un dirigente, Nino Giuffrè, che incassa 194 mila euro all’anno. Ieri invece all’Ars è esploso il caso di Sviluppo Italia. La commissione Bilancio, guidata da Nino Dina, ha acceso i riflettori sulle partecipate, grazie anche al pressing dei grillini. Durante l’incontro con il commissario di Sviluppo Italia, Carmelina Volpe, e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil sono emersi dati che hanno allarmato la commissione. Secondo il documento depositato, quando nel 2008 la Regione acquisì il 100% delle quote, Sviluppo Italia aveva utili portati a riserva per 6 milioni. Ma nel 2012 la società ha fatto registrare perdite per 2,6 milioni poi ridotte a un milione e 868 mila euro l’anno scorso. Secondo i sindacati la società spende per il personale dipendente 3 milioni e 365 mila euro. E altri 300 mila lordi costerebbe l’unico dirigente, elevandosi molto al di sopra dei 50 mila euro assegnati al presidente. Cifre poi corrette da Sviluppo Italia: Paradiso costa 183 mila euro all’anno più benefit mentre per il personale si spendono 2 milioni e 515 mila euro. I 75 dipendenti incassano 14 mensilità e hanno un contratto da bancari che adesso la Regione vorrebbe adeguare a quello dei propri dipendenti. Il governo Crocetta ha previsto a gennaio che Sviluppo Italia sia una delle sole 11 società che rimarranno in vita al termine di un processo di riordino che fino a oggi, come rilevato dalla Corte dei Conti, non ha mosso un passo. «La società - ha spiegato il presidente Volpe - ha ottenuto la gestione della fase di start up del Piano giovani e da qui ricaverà 2 milioni e mezzo che permetteranno di bilanciare i costi di gestione. Inoltre cura l’assistenza tecnica per l’investimento dei fondi europei all’assessorato alle Attività produttive e al dipartimento Programmazione. La missione, è il senso della difesa della Volpe, c’è ma si scontra con norme nazionali che limitano i margini di manovra costringendo a lavorare a tariffe antieconomiche. E con costi elevatissimi: il debito verso i fornitori ammonta a un milione e ci sarebbe anche un mancato versamento al fondo di previdenza complementare pari a 140 mila euro.Intanto ieri, riferiscono i Cobas, il governo ha «mostrato la volontà di non privatizzare l’Ast. Un buon auspicio per il suo rilancio». L’Ast è una delle partecipate dove non si pagano gli stipendi da aprile.
Di GIACINTO PIPITONE - PALERMO.
FONTE

LE TERME DI SCIACCA A RISCHIO CHIUSURA.


Il Commissario delle Terme di Sciacca, Carlo Turriciano, ha presentato nel corso di un incontro con il segretario della Camera del lavoro, Franco Zammuto, un quadro drammatico per il prosieguo delle attività a partire dall’1 gennaio 2015 se il Governo Regionale non dovesse prevedere un finanziamento nel bilancio che andrà in discussione in questi giorni all’Ars. Tutto ciò nonostante dal 2009 ad oggi i costi di gestione sono stati notevolmente ridotti e nono stante la riduzione, molto sostanziale, dei debiti ai fornitori.
Nel corso dell’incontro si è potuto constatare che la parte più consistente dei costi (retribuzioni dei dipendenti a tempo indeterminato, l’imposta Comunale IMU e i costi di manutenzione del patrimonio immobiliare sempre più necessari), sarebbero comunque dovuti anche qualora si dovesse assumere la decisione di chiudere per mancanza di finanziamenti.
Le organizzazioni sindacali presenti (F.I.L.C.A.M.S., C.I.S.A.L., COBAS e questa C.d.L.) hanno trasmesso una richiesta di incontro urgente alla commissione bilancio dell’Assemblea Regionale alla presenza degli assessori all’Economia e al Turismo per sapere se la Regione intende far proseguire le attività dell’azienda fino a soluzione del fatidico affido ai privati.
“Ovvio – afferma Franco Zammuto - che ciascuno, nel caso di chiusura dell’Azienza Terme, dovrà assumersi le responsabilità politiche, sociali ed economiche che esse determinerebbero”.

2014/06/06

SOCIETA' IN LIQUIDAZIONE, COSTANO 7 MILIONI: CI SONO ANCHE LE TERME DI SCIACCA

sciaTredici partecipate, di cui la Regione detiene tutte o la maggioranza delle quote, che pur essendo in liquidazione continuano a rappresentare rubinetti sempre aperti da cui sfugge un fiume di denaro pubblico. Secondo una recente indagine della Corte dei Conti, presieduta da Maurizio Graffeo, fra costi del personale, consulenze e organi societari la Regione spende ancora almeno 7,3 milioni all’anno per strutture che dovrebbero essere già chiuse. Il tutto senza considerare le perdite nei bilanci. Crocetta nei giorni scorsi ha rispedito al mittente il bilancio del Ciem, la società per l’internazionalizzazione delle imprese, che doveva essere chiusa da tre anni e che – rileva Palazzo d’Orleans – continua a pagare 194 mila euro all’anno per un direttore, Nino Giuffrè, e altri 10 mila per il commissario lisciaquidatore, senza considerare gli 890 mila euro per una ventina di dipendenti. Crocetta ha chiesto al Ciem azioni correttive e ha annunciato l’intenzione di affidare al dirigente regionale Sergio Gelardi la guida di un pool per accelerare le liquidazioni. Le società da chiudere sono almeno 13 su 34. Sono in liquidazione almeno dal 2009 Biosphera, Ciem, InfoRac, Multiservizi, Siace, Sicilia e Innovazione, Terme di Sciacca e Acireale, Mediterranea, Quarit, Cinesicilia e Lavoro Sicilia. Solo la Hydro ha raggiunto il traguardo della chiusura mentre per Sicilia e Servizi la procedura sarà interrotta perché la Regione ha deciso di tenerla in vita affidandola ad Antonio Ingroia (compenso da 50 mila euro) e Dario Colombo (223 mila euro). La Corte dei Conti ha lanciato un allarme parlando di «perversa logica di salvataggio a tutti i costi» e avvertendo che alcune operazioni tendenti a finanziare società in liquidazione risultano «in contrasto con i più elementari principi di razionalità economica, che vietano ricapitalizzazioni e accollo dei debiti oltre il limite della responsabilità patrimoniale del socio». In sintesi, se le liquidazioni andassero avanti e continuassero a pesare sulle casse pubbliche si potrebbe aprire un procedimento per danno erariale. Per tutti questi motivi Crocetta ha deciso di togliere alla Ragioneria generale dell’assessorato all’Economia la gestione delle liquidazioni, creando un ufficio speciale alle sue dipendenze. Che però non ha ancora iniziato a lavorare.

FONTE

GIARDINO TERME DIVENTA PARCHEGGIO PER CAMPER

Lo spazio verde (la cui fruizione è ancora pubblica) off limits per bimbi e biciclette.
Che la città di Sciacca abbia assoluto bisogno di aree parcheggio è un fatto storico, così come è un dato certo il fatto che non riusciamo a valorizzare pienamente le nostre risorse in ambito turistico. 
Un esempio è il turismo camperistico, in continua crescita un pò ovunque. Mentre in altre realtà siciliane si sono organizzati da anni e ci sono precisi punti di riferimento per le organizzazioni camperistiche che organizzano ogni anno decine di raduni, a Sciacca non si riesce ad offrire servizi adeguati (i camperisti non vogliono solo il parcheggio, ma anche i servizi).
Buona la notizia che l'amministrazione comunale ha finalmente avviato un percorso per la creazione di un'area di sosta per camperisti in zona Sovareto, ma resta la difficoltà al momento di ospitare questi importanti flussi turistici. Eppure Sciacca è meta privilegiata per le sue bellezze naturali.
Ma i camperisti si adeguano: la foto che pubblichiamo, tratta da Facebook, mostra decine e decine di camper parcheggiati nel viale del parco delle Terme. In questi giorni, quindi, niente passeggiate nel giardino delle Terme, che è off limit per bimbi e biciclette.
La spiegazione non può che essere una: il commissario straordinario delle Terme, Carlo Turriciano, ha autortizzato la sosta dietro compenso. Vista la situazione delle casse termali, Turriciano ha fatto bene, a meno che questa presenza non sia abusiva. Ma la città è stata privata di uno spazio verde, che al momento per fortuna resta pubblico. La cosa ci ha incuriosito e per questo abbiamo deciso di trattare l'argomento, che sta a metà tra la carenza di parcheggi e la prova di come ci siano tante risorse che il territorio non riesce a gestire con strategie organizzative.