Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera del professore Rosario Faraci, Coordinatore Forum permanente sulle Terme di Acireale.
Caro Direttore consentimi di
complimentarmi con il Corriere di Sciacca per aver riaperto e ravvivato,
insieme al neonato Forum della Tua città, il dibattito sul futuro delle
Terme. Ad Acireale, come Ti è noto, il Forum permanente promosso dal
Lions è attivo da quindici mesi e, con il fattivo contributo di numerose
testate giornalistiche, è riuscito a tenere accesi i riflettori su ogni
passaggio della vicenda Terme. Insieme possiamo fare molto di più.
Leggo, ad Acireale come a Sciacca, dichiarazioni, note e comunicati
stampa di molti politici ed amministratori locali, delle organizzazioni
sindacali e di qualche sigla più vicina agli ambienti politici che alla
società civile.
C’è molto “pathos” intorno alla
questione del termalismo, e ciò è in qualche modo positivo perché
altrimenti i fatti delle Terme rimarrebbero nell’oblio. Che se ne parli è
sempre meglio che ignorarli e tacerli. Vedo, tuttavia, ancora molta
approssimazione e, nella dialettica fra parti opposte che conduce spesso
al litigio, al pettegolezzo e al dispetto, scorgo anche un po’ di
leggerezza e superficialità nella lettura dei fatti. Tutto ciò,
paradossalmente, finisce per fare il gioco dell’amministrazione
regionale e dei suoi dirigenti e funzionari assessoriali. I quali,
convinti di essere depositari di tutta la verità intorno a questa
vicenda, non a torto sostengono che gli ambienti di Acireale e di
Sciacca siano molto “caldi” ed è opportuno evitarli.
Ne consegue che, non essendo
nemmeno previsto istituzionalmente, nessun confronto pubblico con le due
comunità locali è dovuto. Ecco il perché delle assenze illustri ad
Acireale e Sciacca! Ritengo invece che, pur animandosi il dibattito
locale e qualificandosi di più attraverso una corretta informativa, le
due comunità debbano far fronte comune e chiedere immediatamente alla
Regione Siciliana l’istituzione di un unico tavolo di confronto
permanente sulle Terme per monitorare periodicamente lo stato di
avanzamento delle procedure di liquidazione e di privatizzazione e dare
un contributo decisivo al corretto posizionamento del termalismo
regionale dentro le strategie di sviluppo economico e turistico dei
nostri territori.
Non c’è scritto da nessuna parte che
tale tavolo si debba istituire, ma nella logica di inclusività dei
processi decisionali pubblici è buona prassi ricorrere alla
concertazione fra tutti gli attori, come avviene nel resto d’Italia.
Sviluppo Italia Sicilia ha rinunciato, in fase di studio, ad ascoltare
le “business communities” di Acireale e Sciacca e, secondo me, ha
commesso un grave errore perché si è privata del contributo propositivo
che imprenditori, classe politica e una parte della società civile
avrebbero potuto dare nella definizione del format di “centro termale”
che si intende proporre ai privati.
L’advisor ha ignorato l’esistenza di
due Forum, pur avendo attinto alle informazioni e agli studi messi a
disposizione dal Forum di Acireale. I dodici consulenti avrebbero potuto
semplificare il laborioso lavoro di analisi, se avessero adito
ufficialmente i due Forum. Avrebbero avuto più tempo sicuramente per
concentrarsi sui contenuti del possibile bando che appaiono ancora poco
chiari per chi avesse un minimo di interesse ad investire sulle nostre
strutture.
Adesso, però, il treno
dell’interlocuzione con la Regione non si può più perdere. Il rischio
che non si privatizzi nulla, si privatizzi solo in parte e male o che
arrivino privati i quali nulla hanno a che vedere con la storia e le
vocazione dei territori è assai elevato. Come pure, il rischio che tutto
rimanga com’è incombe minaccioso, specie in un momento di vuoto della
classe politica. Lavoriamo insieme, facendo fronte comune, e lasciando
da parte le polemiche interne per il momento. Le Terme sono molto
importanti perché si possa liquidare, con le loro aziende, anche la loro
storia e tutto ciò che di bello è accaduto in passato.
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