2015/09/18
Terme. Scoppia la polemica politica in città
4 Aprile 2015
Non era poi così dettagliata la relazione tecnica sottoposta da Fabrizio Di Paola a funzionari e politici della Regione per tentare di convincerli a riaprire le Terme. Vi mancavano, per esempio, i riferimenti alla fallimentare gestione della Spa, forse perché in quel Cda c’erano persone politicamente affini alla parte politica del sindaco (chiaro il riferimento al professor Giovanni Maria Lupo).
È questo, in estrema sintesi, uno degli attacchi sferrati oggi dai consiglieri comunali Paolo Mandracchia e Cinzia Deliberto. Destinazione: il sindaco di Sciacca, accusato di essere stato, dieci anni fa, insieme ad altri soggetti politici dell’era berlusconiana, tra coloro che profondevano incontenibili plausi alla nascita di una Spa che si sarebbe ben presto rivelata incompetente, inconcludente e priva di qualsiasi valido contenuto sul piano tecnico.
Per Mandracchia e Deliberto se è vero che la chiusura di reparti, piscine e strutture ricettive non eviterebbe comunque il sostenimento di costi, è vero anche che questo discende dalla pessima e scellerata scelta del 2006 di istituire una Spa attraverso un processo di trasformazione che si è rivelato inadeguato. Eppure la relazione del sindaco – stando a quanto denunciano oggi i consiglieri di opposizione – omette stranamente di indicare i risultati delle gestioni della SPA dal 2006 al 2008, e preferisce riportare le perdite da 13,5 milioni di euro nel periodo tra il 2009 e il 2014.
In merito alla sospensione delle imposte comunali nei confronti delle Terme Mandracchia e Deliberto ipotizzano possibili responsabilità contabili davanti alla Corte dei Conti anche a carico dello stesso Consiglio comunale.
Altri dubbi i consiglieri di opposizione pongono sulle spese di manutenzione e sui costi del personale comandato e la gestione di quello finito nel ruolo unico speciale.
Per i consiglieri di minoranza l’unica attività che il Sindaco ha svolto nel corso degli ultimi anni in favore delle Terme di Sciacca è stata quella di recapitare note e appelli al Presidente della Regione e agli Assessori, accettando superficialmente tutte le vaghe risposte, per poi alla fine dover ammettere di non essere stato informato della scelta del governo di procedere alla definitiva chiusura delle Terme, vicenda che conferma in quale considerazione il Comune sia stato tenuto.
Di Paola criticato infine per come avrebbe illuso i lavoratori rispetto alle più disparate soluzioni (dalla gestione comunale a quella dell’Asp, passando per la possibilità di un’autogestione dei lavoratori attraverso una cooperativa). Soluzioni prese in considerazione senza però che prima si appurassero per ciascuna di esse la percorribilità giuridica ed economica.
Sindaco nel mirino anche per non aver ritenuto di riferire al Consiglio comunale, ritenendo – è questa l’accusa – di utilizzare in modo esclusivo la vicenda Terme per tentare di prendersi i meriti se la vicenda si svolge in senso positivo o lavarsene le mani in caso contrario.
Ma Deliberto e Mandracchia oggi ne hanno anche per la Regione, accusata di aver predisposto due bandi (quelli per le manifestazioni d’interesse) carenti e imprecisi.
Fonte: rmk.it
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