18 settembre 2015
“Abbiamo salvato le Terme di Sciacca”. Così, in buona sostanza, si erano espressi all’indomani della norma approvata all’ARS i parlamentari regionali agrigentini. Norma, quella varata lo scorso dicembre, che destinava ottocentomila euro al termalismo siciliano. Già, termalismo siciliano, non saccense, la definizione non è secondaria. Sì perché le Terme di Acireale (in liquidazione da prima di Sciacca) battrono subito cassa, e da ottocentomila gli euro diventarono quattrocentomila. Oggi il Governo della Regione, che da marzo sta giocando con la città di Sciacca e la sua risorsa storica più importante, ha azzerato perfino questi. Lo ha fatto con il disegno di legge riguardante l’assestamento del bilancio di previsione per il triennio 2015 – 2017. Ad rivelare la notizia è il Corriere di Sciacca. L’articolo licenziato dall’esecutivo Crocetta recita testualmente che la spesa autorizzata di ottocentomila euro per i complessi idrotermali è ridotta di ottocentomila euro. La sottrazione non è difficile da risolvere. Zero euro per le Terme. E’ stato uno scherzo, dunque. Da quei fondi si pensava che si potesse ripartire con il famoso e parolaio rilancio delle Terme.
E invece illusioni dietro illusioni, con incontri, appuntamenti mancati e mantenuti, promesse fantasiose e telefonate apparentemente autorevoli, quelle fatte da Angelino Alfano a Crocetta in persona, che avrebbero dovuto far preoccupare il Governatore che convocò il sindaco promettendo che i problemi della gestione provvisoria se c’erano sarebbero stati risolti.
E invece siamo qui a raccontare la fine di tutto. Pretendendo di poter prevedere il futuro sappiamo già, visto che il disegno di legge approderà in aula, che qualche deputato regionale manderà infiocchettato alle redazioni giornalistiche il suo bell’emendamento per chiedere il ripristino di questi fondi sapendo, però, che quell’emendamento sarà bocciato ma potendo dire almeno di averci comunque provato.
Talmente è prevedibile, ormai, il rapporto tra istituzioni e territorio che è inutile giocare con le parole o con gli atti. La Regione ha deliberatamente abbandonato le Terme di Sciacca al loro destino. Lo ha fatto con un’operazione di autentico sciacallaggio politico, dove non sono mancate le messinscene travestite da passerelle di assessori vecchi e nuovi. La decisione sarà stata presa pure al culmine di una gestione fallimentare, con colpe che va bene, possiamo spalmarle politicamente su vent’anni di gestione. Temi che però non appassionano nessuno.
È in questo quadro, con uno stabilimento termale e curativo e con un grand hotel chiusi e abbandonati, che c’è chi non si vuole rassegnare. Si sta costituendo a Sciacca un comitato con, tra i promotori anche l’ex sindaco l’avvocato Ignazio Cucchiara. Un comitato pronto a darsi da fare per salvare le Terme togliendole definitivamente dalle mani della politica per restituirle ai suoi legittimi proprietari, ossia i cittadini di Sciacca. “Dobbiamo ripartire dall’azionariato popolare, non è un percorso complicato, la città deve capire che è necessario riappropriarsi di quello che gli appartiene e che gli è stato tolto in passato. Sono sicuro che ce la faremo”, ha dichiarato Ignazio Cucchiara al nostro Telegiornale confidando, evidentemente, nel superamento di quei sentimenti di accidia ed indolenza di una certa parte della società, quella stessa parte della società che nel 2003 addirittura fece fallire il referendum per aggiungere Terme al toponimo di Sciacca. Una vicenda che Cucchiara non ha mai digerito e che probabilmente è alla base del suo impegno in favore del recupero dell’azionariato popolare.
Fonte: rmk.it
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