A Carlo Turriciano rimane solo il compito di espletare le ultime incombenze della liquidazione. Tra questi anche il compito ingrato di vendere alcuni beni per pagare i debitori.
06/03/2015
Quello che non doveva accadere, è accaduto. La Regione, nel corso dell’Assemblea dei Soci svoltasi stamattina a Palermo, ha deciso di sospendere l’attività gestionale della Terme di Sciacca Spa. Come è noto, Carlo Turriciano, ha una doppia veste, quella di Liquidatore (delibera Assemblea Soci Terme di Sciacca Spa del 26 agosto 2011), e quella di “gestore” provvisorio delle attività societarie (delibera Assemblea Soci Terme di Sciacca Spa del 5 agosto 2011).
Stamane la decisione che giunge come una montagna e che ha ripercussioni sull’economia della città, e anche sul destino di lavoratori, tra cui quelli stagionali. L’Assemblea dei Soci è stata preceduta da una relazione del liquidatore Carlo Turriciano. Una relazione nella quale si spiegava tutta la realtà delle terme, la pesantezza dei debiti, la difficoltà di andare avanti nella gestione per le perdite accumulate. Del resto, ancher le relazioni del collegio sindacale non dipingono una situazione diversa da quella evidenziata dal Liquidatore.
Un ultimo atto, dunque, quello di oggi da parte di Carlo Turriciano, al quale non rimane che espletare gli ultimi adempimenti della liquidazione. E tra questi, purtroppo, rientra anche quello della vendita di immobili per pagare i debiti. Ed è questa una vicenda che passa dal Tribunale civile.
“Ho fatto di tutto- dice Turriciano- perché ciò non avvenisse, per il bene della città e degli stessi lavoratori, ma l’aiuto finanziario sperato non è mai pervenuto”.
La relazione di Turriciano, consegnata nell’Assemblea del 19 febbraio scorso, non ha sortito soluzioni. Né la Regione ha spiegato la tempistica del bando di manifestazione di interesse per l’affidamento a terzi delle strutture termali. Né si è sbilanciata nel programmare i tempi di un eventuale intervento finanziario resosi urgente e indispensabile per continuare le attività societarie.
E adesso? Difficile capire il prosieguo. La Regione non intende, a quanto pare, continuare l’attività gestionale che produce solo passività. Le risposte devono giungere dalla classe politica. Ma stavolta senza giochi di parole.
Al 31 dicembre 2013, il bilancio è stato chiuso con una passività di 8.652.479 euro. Le attività societarie fanno incassare in un anno 2.100.000 euro quasi equamente distribuiti tra attività degli stabilimenti e del Grand Hotel delle Terme. Il personale comandato (21 unità) costa 857.205 euro; a questa cifra va aggiunta quella relativa ai cinquanta stagionali che vengono assunti da aprile a ottobre. Con queste cifre, immaginare di proseguire con le attività societarie è da folli.
Già obiettivamente ed oggettivamente, la situazione contemplata dal contesto delle norme civilistiche imporrebbe alla figura del liquidatore la vendita dei beni immobili per far fronte alla situazione debitoria e anche la consegna dei libri contabili.
Tra pochissimi giorni, l’Enel taglierà nuovamente la corrente elettrica, la Telecom i telefoni, la società idrica l’acqua. Riscossione Sicilia ha già messo in atto i provvedimenti di recupero percorrendo le vie giudiziarie per il recupero di Imu, Ici e Tarsu.
Questa la situazione debitoria più “scottante”: Tributi locali: € 727.167; Enel: € 408.000; Ici, Imu, Tarsu: € 727.166; Girgenti Acque: € 101.667; Ritenute d’acconto per il 2013 € 36.800; Rate Serit ed Agenzie Entrate € 270.758; Azienda Autonoma delle Terme € 1.074.744; Regione Sicilia € 4.813.000 Nessuno si illuda che i debiti vantati dalla Regione possano essere “cancellati” o “compensati”.
Fonte: corrieredisciacca.it
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