L'EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE DEL 10/07/2012 SUL CORRIERE DI SCIACCA.IT
Vi è un
clima che denota tutta l’incertezza in cui il Paese Italia vive. Sciacca
non può esimersi, certamente, da tale contesto. Stiamo vivendo un
momento delicato che avrà indubbie conseguenze sul futuro assetto della
nostra Città. Terme e Tribunale sono due strutture, certamente diverse
per il loro scopo, ma fortemente radicate sul territorio. La prima
rappresenta lo snodo cruciale per lo sviluppo sociale-economico e
turistico della nostra Città. La seconda, è il presidio della legalità,
necessario a dare spinta allo sviluppo sociale ed economico della nostra
Città. Non vi è sviluppo economico se non vi è, sul territorio,
ancorato il rispetto del diritto, della legalità, appunto. La classe
politica deve rappresentare la cerniera che lega il territorio con le
istituzioni centrali del nostro Paese, cioè il Parlamento e il Governo.
Sede nelle quali i rappresentanti del popolo devono difendere gli
interessi irrinunciabili della comunità.
Ma non basta. La classe politica ha
necessità di essere spinta, a sua volta, dalla comunità stessa. Insomma,
è un dovere dei cittadini far valere le necessità di un territorio,
anche con enfasi. E’ qui che si apre una falla, proprio in quella
paratia dovrebbe fare da scudo alle necessità del territorio. La falla
appare in tutta la sua evidenza quando a difendere gli interessi del
territorio deve essere la collettività a scendere in piazza. Alcuni
esempi sono significativi. Difesa delle Terme e del Tribunale. In
ambedue i casi, quando c’è stato bisogno di far sentire la solidarietà
concreta in una battaglia intrapresa, non è stata, certamente, massiccia
l’adesione della gente.
Al di là dell’impegno dei giovani, delle
associazioni, la partecipazione popolare è stata deludente. Diciamocelo
chiaro. Così non è stato, ad esempio, per protestare contro il mancato
svolgimento del carnevale. In questa occasione, si è svolto un
partecipato “funerale”, con tanto di seguito popolare e, addirittura,
con la creazione di un inno. Qui sta la contraddizione. Se la classe
politica merita severe critiche, non vi pare il caso che sia necessario
un esame di coscienza da parte nostra, della cosiddetta gente, sul fatto
che dimentichiamo che è nostro primo dovere difendere i nostri
interessi? E’ la base che dovrebbe spingere la classe politica, l’impeto
del dovere civico, del bisogno di difendere la collettività. Spesso,
invece, è più comodo praticare uno sport comune: criticare al bar, ma
mai impegnarsi con un atto di presenza quando vi è bisogno. Quanti
cittadini hanno sentito bisogno di scendere in piazza, al seguito delle
manifestazioni che sono state organizzate? Si è sentito il Tribunale
come una “cosa di altri” e non del territorio, quindi da difendere,
sacrificando un po’ del proprio impegno. Così è anche per la questione
delle Terme. Quante invettive sono rivolte ai politici? Tante, e spesso
giuste. Ma quando c’è stato il referendum per aggiungere al nome della
nostra Città la sua risorsa principale, cioè Terme? Pochissimi elettori
sono andati alle urne. Infatti, non si è raggiunto il quorum. E’ colpa,
in questo caso, della politica? Non mi pare.
Le Terme stanno vivendo una fase molto
delicata che è prossima alla stesura del bando di evidenza pubblica , da
parte della Regione, per affidare a terzi la gestione delle strutture
termali. Le Terme sono di proprietà della Regione e non del Comune.
Questo è un dato di fatto. L’unica proprietaria ha il diritto di
scegliere cosa e come fare. DI fronte questo muro, questo dato, rimane
un percorso “diplomatico” da compiere. Bisogna trovare una corsia che
porti il Comune di Sciacca ad avere un ruolo che gli consenta di avere
percezione di ciò che succede. Parliamoci chiaro, il Comune non ha quote
di partecipazione, seppure minoritarie, che gli consentono di fare la
voce grossa. E’ amara verità, ma è la verità. Su questa scia, trovano
credito e spazio le istituzioni della nostra Città, il Sindaco e il
Consiglio comunale. Sono queste ad essere accreditate in modo incisivo.
L’esito del bando per l’affidamento delle strutture termali sarà
positivo tanto più i privati saranno sciolti da vincoli “politici”.
Ossia presenza poco qualificate e imposte nel Consiglio di
Amministrazione, assunzioni senza criteri basati sul merito e sulle
esperienze. E’ chiaro che quando il privato si trova di fornte ai lacci
della politica, preferisce dirottare gli investimenti altrove.
Il sindaco Fabrizio Di Paola sta
seguendo l’unica strategia oggi possibile: il buon senso e il rispetto
delle istituzioni cittadine. Il sindaco della città di Sciacca deve far
valere il ruolo, ma soprattutto l’interesse della collettività. Cosa può
ottenere? Di certo non la partecipazione diretta, anche se in piccole
quote, nella gestione. Può, invece, ottenere, insieme alla Regione, un
ruolo, di supervisione delle strategie che portino alla selezione del
privato, un ruolo che consenta al Comune di vigilare se le linee
aziendali di chi gestirà le strutture termali sono in linea con
l’interesse del territorio. In parole povere, il Comune deve avere
chiaro il percorso sul quale verrà incanalato lo sviluppo della Città,
del territorio. La classe politica deve fare passi indietro rispetto
alle ingerenze clientelari, questo è ovvio. E allora, su questa scorta,
le istituzioni cittadine, sindaco e consiglio comunale, debbono
lavorare all’unisono, a testa bassa nella consapevolezza di
rappresentare davvero l’interesse legittimo di un territorio.
Ma bisogna fare chiarezza: non si può
avere la moglie ubriaca e la botte piena. Se si ritiene giusto che le
istituzioni cittadine difendino le nostre strutture termali bisogna che
la comunità offra il sostegno. Diversamente, è davvero paradossale che
si pratichi lo sport del gettare fango, comunque. Se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre, qualunque cosa fai.... Vi ricordate la canzone di Antoine?
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