Il 9 luglio dovrebbe essere la data ultima per la consegna dello studio preliminare al bando di privatizzazione delle Terme di Acireale e di Sciacca. Committente dello studio la Regione Siciliana, attraverso l’Assessorato all’Economia; commissionaria invece Sviluppo Italia Sicilia, la società interamente controllata dalla stessa Regione, che avrebbe ricevuto l’incarico ad inizio d’anno. Il condizionale è d’obbligo, perché in effetti non c’è mai stata alcuna comunicazione ufficiale sull’incarico conferito a Sviluppo Italia Sicilia, ma soltanto una serie di indiscrezioni, a partire dall’articolo pubblicato a fine marzo dal quotidiano La Sicilia che indicava proprio nella data del 9 luglio il termine ultimo per l’espletamento di questo delicato passaggio sulla via della privatizzazione dei due stabilimenti termali.
Non si conosce, al momento, se questa
scadenza sarà prorogata o verrà rispettata da Sviluppo Italia Sicilia, i
cui vertici recentemente sono stati ridisegnati dopo le dimissioni da
Presidente dell’ambasciatore Umberto Vattani e il ritorno sullo scranno
più alto di Cleo Li Calzi che rimarrà in carica fino al 2014.
Comunque vada a finire, le due
comunità locali, di Acireale e di Sciacca, sono rimaste fuori gioco
nell’intera vicenda, senza possibilità alcuna né di ricevere
informazioni ufficiali sullo stato dell’arte del procedimento in corso
né di partecipare ad un’eventuale fase consultiva concomitante allo
svolgimento dell’incarico di studio.
Il neo sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola, con straordinario e lodevole tempismo da quando è diventato primo cittadino qualche mese fa, ha provato in tutti i modi ad interloquire con l’Assessorato all’Economia, con la Presidenza della Regione Siciliana, con Sviluppo Italia Sicilia e persino con Federterme a Roma. Non ha ricevuto mai alcuna risposta ufficiale, a parte qualche generica e cortese rassicurazione da parte di Federterme che, comunque, sembra anch’essa tagliata fuori da ogni interlocuzione con la Regione.
Il neo sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola, con straordinario e lodevole tempismo da quando è diventato primo cittadino qualche mese fa, ha provato in tutti i modi ad interloquire con l’Assessorato all’Economia, con la Presidenza della Regione Siciliana, con Sviluppo Italia Sicilia e persino con Federterme a Roma. Non ha ricevuto mai alcuna risposta ufficiale, a parte qualche generica e cortese rassicurazione da parte di Federterme che, comunque, sembra anch’essa tagliata fuori da ogni interlocuzione con la Regione.
Ad Acireale, di fronte a
comportamenti più timidi, rinunciatari e prudenziali
dell’amministrazione comunale guidata da Antonino Garozzo, a tale
funzione di pungolo delle istituzioni regionali ha finora supplito il
Forum sulle Terme e, in parte, anche il Consiglio comunale, soprattutto
quando a presiederlo era l’avvocato Pietro Filetti.
Il recente incontro, promosso dalla
VI Commissione consiliare permanente presieduta da Antonio Riolo, ha
prodotto un interessante documento programmatico che impegnerebbe tanto
il civico consesso quanto l’amministrazione comunale sulla strada di una
più forte interlocuzione con la Regione, ma finora non c’è stato alcun
seguito a quell’iniziativa, perdendo così tempo prezioso.
Pertanto la data del 9 luglio è
arrivata, senza che si sia saputo nulla sullo stato della
privatizzazione annunciato in pompa magna nei mesi scorsi
dall’amministrazione regionale. Per onestà intellettuale, si potrebbero
evidenziare diverse attenuanti a questo stato di cose: lo stallo della
situazione politica regionale con le annunciate dimissioni di Lombardo,
l’interesse di Armao a lavorare sui nodi del bilancio regionale, la
complessità giuridica dei problemi che riguardano tanto le vecchie
aziende autonome quanto le società per azioni, delle quali si è
decretata la liquidazione rispettivamente nel 2007 e nel 2010.
Ma le attenuanti sono abbastanza
generiche e non servono a rassicurare chi, a giusta ragione ad Acireale
come a Sciacca, chiede invano da mesi notizie ed informazioni più
puntuali sulla vicenda. La verità è che sulla questione termalismo in
Sicilia regnano purtroppo sovrane insipienza e approssimazione, mal
celate da una comunicazione istituzionale che appare anch’essa carente e
frettolosa. Si rimane, pertanto, come sempre in attesa.
Saro FaraciFonte: ecodelleaci.it
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