2014/02/28

TERME DI SCIACCA: PAROLE, PAROLE, PAROLE...SOLO INUTILI E VUOTE PAROLE!

Ieri a Palermo, presso la Presidenza della Regione Siciliana, è andata in onda l’ennesima puntata della soap opera “Terme, tutto si fa per te!”, liberamente tratta da una storia vera ancora in corso di svolgimento.
Trascorrono giorni, mesi, anni, ma di concretizzare una volontà politica che risolva definitivamente la questione delle Aziende Termali di Sciacca e di Acireale, non se ne vede neanche l’accenno.
Ascoltiamo praticamente un disco rotto: “Siamo tutti impegnati a…”, “Siamo in attesa di…”, “Gli uffici stanno lavorando per…” il cui suono è divenuto veramente sgradevole. L’incontro svoltosi ieri, cui non ha partecipato il governatore Crocetta, la cui presenza era però stata data per certa, doveva dire basta alle lungaggini e alle pastoie burocratiche che da anni tengono in agonia il processo di rilancio delle terme siciliane. Invece salta fuori che “siamo ancora in attesa del parere degli uffici legali della Regione” per la pubblicazione del nuovo bando.
Noi de L’AltraSciacca ci chiediamo, legittimamente, se ci sia la reale intenzione di voler recuperare e rilanciare le nostre aziende termali oppure no. Si tratta di incapacità o manca proprio la determinazione politica?
Di inutili parole i Saccensi non sanno cosa farsene, sono stufi di ricevere rassicurazioni che si concludono puntualmente con il classico “buco nell’acqua”, anche se termale. La Città di Sciacca non vuole e non può aspettare all’infinito il rimbalzo delle responsabilità e chiede a gran voce al Governo della Regione di smetterla con inutili proclami e infruttuosi annunci e di passare finalmente alla concretezza dei fatti.
Se, così com’è stato certificato dal tempo per i governi precedenti, l’attuale governo regionale è incapace di risolvere il problema delle Terme di Sciacca e di Acireale, governatore e assessori abbiano almeno l’onestà intellettuale di ammetterlo, ne prenderemo atto e ne trarremo le necessarie conseguenze, apprezzandone almeno la sincerità. Di una cosa però stiano pur certi: questa volta noi Saccensi non ce ne staremo immobili ad ascoltare ancora le sterili favole che intendono raccontarci.

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