Dal settimanale I Vespri, n.44, da sabato in edicola, il lungo articolo di Saro Faraci (pag.12-14) che riportiamo integralmente
Gaetano Armao |
Margherita Ferro |
Le Terme di Acireale. Il sito, la società di gestione e le procedure di privatizzazione
Ripercorriamo una storia infinita, con
la speranza che il nuovo governo regionale di Rosario Crocetta possa
accelerare la soluzione di tante vicende aperte e mai finalizzate dal
predecessore Lombardo
*****
Terme Regionali. Cronaca di una storia
infinita. A Sciacca come ad Acireale. Ci fermiamo a parlare di
quest’ultima, adesso che è cambiato il governo alla Regione Siciliana e
il nuovo presidente Rosario Crocetta sembra intenzionato ad andare
dritto sulla strada della privatizzazione degli stabilimenti termali.
Così almeno ha dichiarato in campagna elettorale proprio ad Acireale,
nel corso di una convention elettorale del PD. A Crocetta e al nuovo
assessore all’Economia spetterà il compito di riprendere il controllo di
una situazione che ai predecessori è sfuggita completamente di mano.
Per riepilogare, a beneficio di quanti volessero accostarsi adesso a
questa vicenda, gli ingredienti principali di questa strana storia sono
tre: il sito termale, la società di gestione, le procedure di
affidamento ai privati. I personaggi che vi ruotano intorno sono tanti e
tutti gravitanti nell’orbita della politica regionale.
Iniziamo dal sito, ovvero le Terme, il
luogo ove insistono gli stabilimenti di Santa Venera (dal 1873) e di
Santa Caterina (dal 14 novembre 1987). Attualmente è in stato di forte
decadimento per buona parte delle strutture ed è, limitatamente ad
alcuni plessi e a pochi servizi termali, poco funzionante per le
funzioni che gli sono riconosciute, ovvero le cure termali. Come si sia
arrivata ad una tale situazione, non è facile spiegarlo. Ci sono almeno
vent’anni di “mala gestio”, di approssimazione nel governo aziendale,
con diversi commissariamenti da parte della Regione, molte interferenze
della politica e dei politici, progressivamente anche uno svuotamento
dei ranghi del personale.
Si potrebbe scrivere un libro, forse
prima o poi qualcuno lo farà, perché per tutto questo tempo, a partire
dagli anni ’50 quando le Terme vennero vendute alla Regione dai privati
Pennisi di Floristella, la responsabilità è stata unica, cioè della
proprietà pubblica regionale; tale proprietà non è stata mai
identificabile con nome e cognome (come per i titolari di molte aziende
nel nostro Paese), ma con diverse soggettività tutte gravitanti nel
mondo della politica. L’elenco è lungo. Le colpe (culpa in eligendo e
culpa in vigilando) sono tantissime.
Andiamo adesso alla società di gestione.
E’ quella che dal 2006 ha rimpiazzato la vecchia azienda autonoma (nel
frattempo posta in liquidazione), sostituendola con una società per
azioni, privata nella logica di funzionamento, ma pubblica nella
proprietà. Ebbene, questa società di gestione ha lavorato per alcuni
anni continuando ad accumulare debiti; è stata successivamente svuotata
di buona parte del personale che aveva in carico (in virtù di una legge
regionale del 2004); ha provato ad abbozzare un nuovo piano industriale,
interloquendo con una proprietà pubblica molto disinteressata e alla
fine è stata messa in liquidazione, con una legge del 2010; tuttora
opera all’interno delle procedure di legge previste per la liquidazione.
In questo periodo in cui ha operato la
società di gestione (2006-2009) al governo c’era la destra (quindi
Cuffaro); poi dal 2009, subentrando il MPA ed iniziando l’era Lombardo,
la società Terme di Acireale SpA ha visto in campo i fedeli e diretti
collaboratori del Presidente, tra i quali Margherita Ferro, prima come
amministratore unico (2009-2010) e poi come liquidatore (2010-2012)
insieme al commercialista palermitano Michele Battaglia. E’ normale,
dunque, che la controparte politica, in particolare il PD, si senta di
attribuire prima alla destra (governo Cuffaro) e poi alla coalizione
governativa di Lombardo (MPA ed alterni alleati) le principali
responsabilità di tale situazione di disastro. Tra i più convinti
sostenitori di questa linea di pensiero Salvatore La Rosa, dirigente
locale del PD di Acireale, che alla fine del 2009 ha dato vita, insieme
ad altri compagni di partito, ad un comitato civico Terme di Acireale
che non ha mancato di fare puntuali denunce sullo stato di abbandono
delle Terme. Alcune di queste denunce sono finite anche in Procura della
Repubblica, come in altra parte del giornale si riporta. Per il PD,
senza mezzi termini, c’è un disegno ben preciso che la politica di
destra e una parte della società civile hanno perpetrato ai danni delle
Terme. Però La Rosa e compagni non fanno nomi e cognomi e chiedono alle
autorità competenti di accertare fino in fondo.
Al di là della dialettica politica fra
parti contrapposte che poi, per l’inevitabile gioco delle alleanze,
finiscono per mettersi d’accordo (vedi il PD e l’MPA nel governo
Lombardo), c’è stata oggettivamente una situazione molto difficile per
la gestione aziendale delle Terme. Sia quando ad amministrare erano gli
esponenti nominati dalla destra (e tra questi, il presidente Claudio
Angiolucci, un imprenditore vicino all’on.Basilio Catanoso), sia quando
tale compito è stato demandato a Margherita Ferro (un’insegnante di
teologia, da sempre in politica, e negli ultimi anni vicina
all’on.Lombardo, candidata per ben due volte senza successo alle
elezioni regionali), la situazione amministrativa delle Terme, cioè
della società di gestione, si è complicata maledettamente.
Si sono moltiplicati i debiti, si è fatta
fatica a recuperare i crediti esistenti, si sono chiusi reparti e
strutture, non si sono più generati ricavi perché le prestazioni sono
cessate; dunque la società di gestione, adesso in liquidazione, si trova
aggredita da tutti i lati, con decine e decine di contenziosi, ricorsi,
decreti ingiuntivi e provvedimenti di pignoramento. Uno di questi
riguarda l’immobile che ospitava l’albergo Excelsior Palace che nel
frattempo (dicembre 2011) è stato chiuso perché i vecchi gestori
(Zappalà e Fesco) erano morosi e non pagavano l’affitto alla proprietà,
cioè alla società di gestione delle Terme e dunque alla Regione.
Margherita Ferro è andata via a fine settembre, per candidarsi ancora
una volta alle regionali, a fianco di Lombardo. Ha lasciato una
situazione molto ingarbugliata, senza nemmeno approvare il bilancio al
31 dicembre 2011, un adempimento di legge dovuto per tutte le società
commerciali come le Terme di Acireale SpA. Dunque la palla adesso
passerà al nuovo liquidatore, nel frattempo nominato in sostituzione
della professoressa.
Ultimo punto della storia, le procedure
di privatizzazione, la parte più spinosa e difficile, che si interseca
inevitabilmente con la liquidazione in atto. Per mille motivi, anche
ideologici e non solo pratici, ci saranno sempre detrattori e
sostenitori della privatizzazione delle Terme; sta di fatto che il
percorso per l’affidamento ai privati è segnato da una serie di
provvedimenti di legge e per cambiare rotta bisognerà modificare le
leggi vigenti. Dunque se nel 1999 fu deciso che le Terme andavano
gestite da una società di gestione e non più dall’azienda autonoma (e
ciò è avvenuto a partire dal 2006), è con una legge del 2010 che si è
deciso di affidare la gestione degli stabilimenti termali ai privati
mediante una gara ad evidenza pubblica. Allo stato attuale, le procedure
per avviare la selezione dei potenziali privati non sono state ancora
esperite. Il precedente governo Lombardo ha gestito in modo molto
approssimativo e in maniera molto politicizzata l’intera faccenda e non
sarà facile nemmeno per l’energico Crocetta dipanare il bandolo della
matassa.
Come I Vespri hanno raccontato
nell’ultimo numero, se infinita è la storia delle Terme, altrettanto
lunga e indefinita è la faccenda del bando pubblico con cui si dovrebbe
procedere a selezionare i privati interessati alla gestione delle Terme,
sperando nel frattempo che i privati non se ne vadano via per sempre,
infastiditi da tali incertezze. Il bando, come abbiamo detto, avrebbe
dovuto essere pubblicato già a partire dalla Gazzetta ufficiale
regionale del 26 ottobre e a tutt’oggi non si sa nulla. Evidentemente
l’assessore uscente all’Economia Gaetano Armao ha perso completamente il
controllo della situazione.
Vi abbiamo raccontato una storia, triste a
nostro avviso, di come mala gestio, cattiva politica, approssimazione
ed incompetenza si intrecciano buttando al vento una grossa opportunità
di valorizzazione di una risorsa, le Terme, che poche Regioni possono
vantarsi di avere, come la Sicilia. In tutta questa storia riguardante
il sito (gli stabilimenti termali), la società di gestione (Terme di
Acireale SpA in liquidazione) e le procedure di privatizzazione (ancora
non avviate), si intersecano le storie e i protagonismi di tante figure
tutte gravitanti intorno alla politica. Vi risparmiamo di raccontarveli
per evitare di scadere nel gossip. Acireale in ciò è profondamente
diversa da Sciacca che la questione delle Terme l’ha presa a cuore
seriamente e ha un sindaco, il giovane Fabrizio Di Paola, che fin
dall’inizio del suo mandato si è intestata la vicenda, dialogando talora
a muso duro con la Regione.
La storia delle Terme noi la conosciamo
bene perché – mentre facevamo informazione sulla vicenda della
liquidazione e della privatizzazione – nella società civile di Acireale
abbiamo iniziato, per impulso del Lions Club che sta coordinando
l’iniziativa, un percorso di raccordo fra associazioni, movimenti e
gruppi di impegno (tra cui il comitato civico Terme di Acireale) che è
riconosciuto con il nome di Forum permanente. Un’esperienza civica unica
nel suo genere, menzionata anche nelle assisi regionali del Distretto
108Y del Liosn, che è diventata una sorta di buona prassi adottata
persino a Sciacca.
E’ alla società civile, a questo punto,
che spetterà il compito di farsi carico di pressare il governo Crocetta
perché le tre questioni prima menzionate – il sito, la società di
gestione e le procedure di privatizzazione – possano essere riportate ad
armonia, avviando senza indugio e prima che sia troppo tardi un serio
programma di rilancio del termalismo in Sicilia. Sul quale non c’è
bisogno che alcuno ci metta il cappello sopra, perché ormai non è più
tempo di cappelli, ma è necessario solo olio di gomito per risolvere i
problemi.
Saro Faraci
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