2015/10/08
Terme di Acireale, lascia il commissario liquidatore
8 Ottobre 2015
Fa notizia stamattina che il Commissario liquidatore delle Terme di Acireale, che si chiama Luigi Bosco e come Carlo Turriciano è un funzionario della Regione Siciliana, abbia deciso di dimettersi. Una rinuncia piuttosto clamorosa, perché rivela l’impotenza sostanziale perfino da parte dell’organo sostitutivo, anche se ad Acireale la situazione è ben diversa rispetto a quella Sciacca, e lì c’è un creditore (Unicredit) che ha battuto cassa e pretende di “rientrare” al più presto di 7 milioni di euro.
Il fatto che un commissario, nella fattispecie quello di Acireale, decida di andare via conferma solo che la Regione ha abbandonato al suo destino il termalismo siciliano. Sciacca ed Acireale nel passato erano i fiori all’occhiello di questo settore, oggi sono due palle al piede, e lo sono (lo sappiamo) perché in passato le vacche erano grasse, da Palermo arrivavano i contributi a pareggio per ripianare le perdite e le generazioni odierne ne stanno pagando le conseguenze.
Non si può dimenticare, tuttavia, che se solo Palermo emanasse l’atteso bando ad evidenza pubblica per la selezione del partner privato che gestisca questi straordinari patrimoni compirebbe un gran bel passo avanti. Ma da questo orecchio a Palermo non ci sentono. Fanno di peggio, come ha denunciato al nostro Telegiornale lo stesso onorevole Giovanni Panepinto: un assessore (quello al Turismo) lavora per il bando, e un altro (quello al Bilancio) lavora in direzione diametralmente opposta. Insomma: non si capisce se, come e quando la Regione intenda risolvere questo problema.
Forse la Regione non ha voglia di risolvere questo problema, forse c’è chi non si rassegna a che le Terme non siano più il centro di potere politico e di clientela che sono state in tutti questi anni, forse le si vogliono ridurre ad un valore infinitesimale per poterle regalare a qualcuno.
E dire che perfino ad Acireale sono ancora convinti (malgrado il fallimento in atto presso il Tribunale) che se lo si volesse quelle Terme le si potrebbero salvare. A Sciacca, invece, malgrado qui le Terme non siano ancora state dichiarate fallite, non ci crede più nessuno. O quasi. Anche perché come si diceva un tempo senza soldi nemmeno i preti celebrano messa e, dunque, senza disponibilità economiche, perfino un commissario straordinario (il caso di Luigi Bosco) alla fine non ha più niente da fare e non gli resta che rassegnare le dimissioni. Cosa accaduta a Catania.
Mentre, in attesa dei gesti eclatanti, si attende che i parlamentari si pronuncino sulla richiesta di un nuovo incontro col Presidente della Regione Rosario Crocetta. Richiesta avanzata dal sindaco Di Paola lunedì mattina, in un quadro generale piuttosto deprimente, quello che una settimana fa ha fatto pubblicamente apprendere che sono state pignorate perfino le statue dello stabilimento termale e che è stato un errore da parte della Regione non aver chiuso prima le Terme visto che producevano solo debiti.
Fonte: rmk.it
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