Il blocco dei conti correnti non è stato promosso da fornitori, ma dall'ex consigliere di amministrazione, Salvatore Caltagirone.
17/02/2013 08.05
L'ex
consigliere di amministrazione della Terme di Sciacca Spa, Salvatore
Caltagirone, fa pignorare i conti correnti della società termale. Adesso
la società è in difficoltà perchè non può disporre pagamenti. I due
conti correnti sotto pignoramento sono quelli accesi alla Banca Intesa e
all'Unicredit. Il Commissario Straordinario della società termale,
Carlo Turriciano, ha già depositato, in Tribunale, l’atto di citazione
in opposizione al precetto di Caltagirone.
La questione riguarda il compenso
vantato dall’ex consigliere di amministrazione relativo al suo ruolo.
Una somma di 44.713,70 euro. La Terme di Sciacca Spa, nel contempo,
vantava crediti nei confronti del Caltagiorne per 19.282,50 euro “dovuti
in virtù di fatture regolarmente emesse dalla società termale nei suoi
confronti”.
Il Tribunale di Sciacca, a seguito di un
decreto ingiuntivo, impose alla società termale di liquidare la somma
complessiva di 25.431,20, oltre gli interessi legali. La società termale
emise un assegno circolare di 13.864,50 euro in favore di Salvatore
Caltagiorne, detraendo dalla somma al lordo “l’importo di 15.981,16 per
ritenute fiscali previste dalla legge”. Agendo, cioè, “come sostituto
d’imposta”. Alla cifra netta, la società termale ha aggiunto 4.413,96
euro quali interessi legali e spese legali, come richiesto dal legale
del Caltagirone. Insomma, la società termale, sull’importo vantato dal
Caltagirone, relativo alle indennità maturate come membro del Consiglio
di Amministrazione, ha detratto le somme relative ai crediti vantati - e
documentati dalle fatture emesse a carico di Caltagirone per servizi
fruiti e che la società termale non ha considerato attinenti al ruolo di
consigliere di amministrazione-, ha detratto le ritenute fiscali, ha
poi aggiunto le spese legali e gli interessi legali. Sembrava una storia
chiusa, un libro rimesso in libreria, magari destinato all’aggressione
della polvere. Invece no. L’aggressione vi è stata e si è concretizzata
con il pignoramento delle somme esistenti sui conti correnti della
società termale aperti in Banca Intesa e Unicredito.
La somma congelata si aggira sui 70 mila
euro. Una somma che risulta indispensabile alla società termale per
operare. Una società che, in attesa che si concluda il processo di
affidamento a privati delle gestione delle strutture termali, tira
avanti con grandi sforzi. Il precetto promosso dall’ex consigliere di
amministrazione, di fatto, mette in crisi la società termale. Bisogna
attendere le date dell’udienza e incassare la decisione del giudice. La
situazione, dunque, si complica sempre più.
A proporre il precetto, dunque, stavolta non è un fornitore, ma un ex amministratore della società termale.
Fonte: corrieredisciacca.it
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