Il servizio giornalistico su TRS del 28.02.2013 sulla nuova spedizione alla scoperta del Monte Kronio. I ricercatori, ospitati a Sciacca dal Club UNESCO che sostiene le ricerche scientifiche, sono: il professor Gianni Badino dell’Università
di Torino e la geologa russa Ulyana Zhakova, ricercatrice dell’Istituto di
Scienze Naturali dell’Università di Perm.
2013/02/28
NUOVA SPEDIZIONE SCIENTIFICA ALLA SCOPERTA DEL MONTE KRONIO.
Ulyana Zhakova, Lorenzo Salvagio e Gianni Badino |
Sono un italiano e una russa: il professor Gianni Badino dell’Università di Torino e la geologa Ulyana Zhakova, ricercatrice dell’Istituto di Scienze Naturali dell’Università di Perm, una grande città situata ai piedi dei Monti Urali.
“Siamo particolarmente felici di sostenere coi fatti e concretamente
le ricerche scientifiche nel complesso del Kronio – dice Lorenzo
Salvagio, presidente del club UNESCO di Sciacca – un sito geotermale e
archeologico di interesse eccezionale. In questi giorni qui si
concretizzano almeno un paio di tematiche promosse dall’ UNESCO e cioè
la valorizzazione del ruolo delle donne scienziato e la collaborazione
internazionale nella ricerca scientifica con due ricercatori, un
italiano e una russa, che operano fianco a fianco per svelarci i mille
segreti del Kronio.
La dottoressa Zhakova si occupa di paleoclima e sta cercando di
capire come è cambiato nei millenni il clima dentro al Kronio studiando
le concrezioni cioè quella specie di incrostazioni che si sono
depositate nelle sue grotte attraverso il tempo. E proprio il progetto
Kronio nel suo sviluppo generale – dice Salvagio – è un esempio di come
molte branche della scienza si incontrano per studiare un complesso
unico in Europa e forse unico al mondo che deve trovare la
valorizzazione che merita. Il progetto ha come partners principali il
Cai di Trieste, l’associazione La Venta e la Soprintendenza di
Agrigento.
Il microcosmo Kronio – prosegue il presidente del Club UNESCO – coi
suoi vapori caldi, la sua umidità del 100% e il suo giacimento
archeologico attira a Sciacca studiosi di svariate discipline, dalla
microclimatologia alla geologia, dalla fisiologia umana alla
microbiologia, dalla speleologia all’archeologia. L’impegno di tutti
deve perseguire per questo sito straordinario almeno due obiettivi: la
sua piena conoscenza scientifica e il suo utilizzo economico sostenibile.
Fonte: http://agrigentoweb.it
Fonte: http://agrigentoweb.it
PRESIDENTE CROCETTA: CHIUDIAMO LE PARTECIPATE, SONO SOCIETA' MANGIASOLDI
L'articolo del Forum di Acireale “Partecipate mangiasoldi, Crocetta prepara la dieta. Ne resteranno in vita soltanto tre" riporta quanto pubblicato
dal sito di Live Sicilia
PALERMO – “Le chiudiamo. Chiudiamo le Partecipate. Sono società mangiasoldi”.
Il governatore salta sul trampolino dello scandalo Ciapi, e alza
l’asticella un po’ più in su. Nei giorni del suo insediamento, infatti,
aveva puntato l’indice contro le società in liquidazione: “Le
elimineremo”. Adesso, l’obiettivo è più ampio: la Regione cede le
proprie quote della maggior parte delle società partecipate. “Di quasi
tutte – precisa Crocetta – così risparmieremo un mare di soldi tra cda
sciolti, affitti ai quali rinunceremo e consulenze incomprensibili e
onerose”.
E a Live Sicilia il governatore fissa anche i tempi
di questa nuova tappa della sua personalissima rivoluzione: i primi
giorni di marzo. In quei giorni, una delibera del governo dovrebbe
azzerare, o quasi, il sistema delle partecipazioni regionali. “Stiamo
pensando – spiega il capo della segreteria tecnica Stefano Polizzotto –
di ridurre le società a due, massimo tre asset. Tre macro-società,
distinte per ambiti: quello tecnologico e quello dei servizi,
certamente. Tutte le altre società verranno sciolte e affidate a un
liquidatore unico”. E i dipendenti? “Saranno inglobati nelle nuove
maxisocietà, che estenderanno i propri compiti. Così, risparmieremo su
spese di gestione e indennità nei Consigli di amministrazione”. “Dovremo
creare – spiega Crocetta – dei contenitori sani. Per questo abbiamo già
da qualche settimana avviato un censimento su tutte le società, per
comprendere bene il loro stato di salute”.
Tagliare, tagliare, tagliare, dunque. Via i
commissari, via i Consigli di amministrazione, via i consulenti. Ma chi
sono i commissari, i consiglieri, e i consulenti? Un esempio è fornito
da quella che è, alla luce della recente fusione, la più grossa delle
società partecipate regionali. Si tratta della Sas (Servizi ausiliari
Sicilia). Un’azienda sorta, dopo lunghe contrattazioni con i sindacati, e
comunque nel quadro del piano di riordino e riduzione delle società
avviato nella scorsa legislatura dall’assessore all’Eonomia Gaetano
Armao, dall’unione di tre società: Biosphera, Multiservizi e Beni
culturali Spa. Come detto, però, mentre nasce la Sas, le altre società
devono completare il proprio processo di liquidazione. E a guidare il
processo di liquidazione, in qualità di commissario, sia della
Multiservizi che di Biosphera, è Anna Rosa Corsello. Attualmente a capo
anche di due dipartimenti importanti come quello del Lavoro e (ad
interim) quello della Formazione professionale, recentemente la
dirigente, assai apprezzata dal nuovo governo (a dire il vero, anche da
quello precedente) è stata scelta per commissariare il Ciapi. Il mega
ente di Formazione finito nella bufera dopo l’indagine della guardia di
Finanza sui soldi che sarebbero stati dati ai politici per finanziare la
campagna elettorale, e che ha spinto il presidente Crocetta a dire
“basta! Usciamo dalle partecipate”. Società mangiasoldi anche per via
degli affitti. “E allora perché – denuncia Michele D’Amico, del
sindacato Cobas Codir – il presidente non chiede al commissario Corsello
di revocare l’affitto per la ormai inutile sede di Multiservizi in
viale Michelangelo? Costa 20.800 euro al mese”.
Per il ruolo di commissario liquidatore di Multiservizi, intanto, Anna Rosa Corsello,
stando ai documenti reperibili alla Ragioneria generale, si è
assicurata un’indennità di quaranta mila euro lordi annui per
Multiservizi e di venticinque mila euro per Biosphera. Per guidare verso
il parcheggio una macchina che, di fatto, non cammina più.
A far “camminare” la società, e a far lavorare i dipendenti, invece, penserà il cda della nuova Sas. A
guidare la società, dall’agosto dell’anno scorso, è Giuseppe Di
Stefano. Per lui – stando al sito ufficiale della società – ecco una
compenso annuo da 40 mila euro lordi. Di Stefano è considerato molto
vicino all’ex presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona. Il
deputato regionale eletto con Grande Sud, ma passato recentemente “alla
corte” di Rosario Crocetta, aderendo, in viste delle Politiche, non a
caso, a un movimento di moderati di centrosinistra (di Portas). Nel cda,
resta l’ex presidente Gianni Silvia, dirigente che ha ricoperto anche
il ruolo di vice capo di gabinetto dell’ex governatore Lombardo. A
chiudere la compagine dei consiglieri, ecco una persona vicinissima al
governatore. Si tratta di Stefano Polizzotto, dal dicembre scorso capo
della segreteria tecnica, e avvocato legatissimo a Crocetta fin dai
tempi dell’elezione a sindaco di Gela, giunta grazie a un ricorso vinto
dall’avvocato. “Ma la mia presenza è legata proprio – spiega il
collaboratore di Crocetta – al piano di assorbimento, all’interno della
Sas, delle altre società. Ha quindi un tempo e uno scopo limitato”. Per
Polizzotto, così come per Silvia, ecco intanto un’indennità da trenta
mila euro lordi.
Niente a che vedere con l’altra “origine dello spreco”, come ha indicato Crocetta: i consulenti.E
a dire il vero, la Sas gode dei servizi di quello che è un consulente
storico di Multiservizi. E che ha proseguito il suo rapporto anche con
la nascita della nuova società. L’avvocato Claudio Alongi, infatti, per
le consulenze tutt’ora attive, costerà complessivamente diciannove mila
euro. Alongi, come è noto, è il marito del Segretario generale Patrizia
Monterosso. In passato, per lui, una consulenza da 16 mila euro l’anno.
Chissà se anche quella somma è ritenuta uno spreco dal governatore.
2013/02/19
LA SICILIA DEL 16.02.13: TERME DI SCIACCA, CONTI CORRENTI BLOCCATI
L’articolo di Filippo Cardinale su La Sicilia (edizione Agrigento) del 16.2.2013
Fonte: http://termediacireale.wordpress.com
TERME DI ACIREALE. UNA LETTERA PER NON DIMENTICARE
TERME DI ACIREALE. Per non dimenticare.
Da bambino i miei genitori, nelle giornate di autunno, mi facevano svegliare presto al mattino. Si doveva andare in un posto del quale mi affascinava soprattutto il bellissimo parco verde. Si arrivava, si entrava dentro una grande stanza calda nella quale da tanti “rubinetti” (come li chiamavo allora) soffiava un fumo quasi gradevole, quasi “balsamico” … un odore che non ho mai più sentito altrove … una signora gentile mi faceva sedere davanti ad uno di quei “rubinetti” con la promessa di una caramella … ogni tanto arrivava un dottore che mi guardava e mi sorrideva … e così per circa un quarto d’ora al giorno respiravo quel “fumo” … il tutto poi si concludeva con una passeggiata nel parco verde, tenendo tra le mani un cornetto caldo appena sfornato dal bar del parco … mia madre ancora oggi mi dice che grazie a quei “fumi” l’inverno poi lo passavo bene, spesso senza febbre o comunque senza grossi problemi respiratori.
Oggi rimpiango quei giorni, quei fumi, quegli odori …
Mi piacerebbe portarci i miei figli, anzichè far loro respirare l’aerosol …
TERME DI ACIREALE. Per non dimenticare.
Da bambino i miei genitori, nelle giornate di autunno, mi facevano svegliare presto al mattino. Si doveva andare in un posto del quale mi affascinava soprattutto il bellissimo parco verde. Si arrivava, si entrava dentro una grande stanza calda nella quale da tanti “rubinetti” (come li chiamavo allora) soffiava un fumo quasi gradevole, quasi “balsamico” … un odore che non ho mai più sentito altrove … una signora gentile mi faceva sedere davanti ad uno di quei “rubinetti” con la promessa di una caramella … ogni tanto arrivava un dottore che mi guardava e mi sorrideva … e così per circa un quarto d’ora al giorno respiravo quel “fumo” … il tutto poi si concludeva con una passeggiata nel parco verde, tenendo tra le mani un cornetto caldo appena sfornato dal bar del parco … mia madre ancora oggi mi dice che grazie a quei “fumi” l’inverno poi lo passavo bene, spesso senza febbre o comunque senza grossi problemi respiratori.
Oggi rimpiango quei giorni, quei fumi, quegli odori …
Mi piacerebbe portarci i miei figli, anzichè far loro respirare l’aerosol …
TERME DI ACIREALE. Per non dimenticare.
Emanuele Leotta, medico
IL SINDACO DI PAOLA AL PRESIDENTE CROCETTA: TROVIAMO UN SOGGETTO AFFIDABILE PER LE TERME DI SCIACCA
Ieri sera (18.02.2013) il Presidente della Sicilia Crocetta è venuto a Sciacca per intervenire ad un incontro elettorale del movimento Il Megafono. Ad attenderlo, oltre ai sostenitori, anche il nostro sindaco Di Paola che ne ha approfittato per rivolgere al Presidente alcune questioni che interessano la Città, in particolare il crollo del Ponte Verdura sulla SS115 che ha isolato Sciacca e il circondario, il progressivo smantellamento dell'Ospedale di Sciacca e del Reparto di Emodinamica e ovviamente anche le Terme di Sciacca.
Il sindaco saccense ha ribadito come sia importante trovare soggetti che diano garanzie non solo economiche, ma anche di serietà e know-how affinchè l'inestimabile patrimonio termale, costituito da stufe vaporose, fanghi, acque, e lo straordinario patrimonio immobiliare come gli alberghi del Monte Kronio e il Grand Hotel delle Terme, possano essere finalmente finalizzati a quegli obiettivi di crescita, sviluppo e occupazione che permettano quella svolta che la Città attende da anni.
2013/02/16
TERME DI SCIACCA: CALTAGIRONE NON MOLLA E FA PIGNORARE I CONTI BANCARI.
TERME, CONTI CORRENTI PIGNORATI. L'AZIENDA NON PUO' EFFETTUARE PAGAMENTI
Il blocco dei conti correnti non è stato promosso da fornitori, ma dall'ex consigliere di amministrazione, Salvatore Caltagirone.
17/02/2013 08.05
Il blocco dei conti correnti non è stato promosso da fornitori, ma dall'ex consigliere di amministrazione, Salvatore Caltagirone.
17/02/2013 08.05
L'ex
consigliere di amministrazione della Terme di Sciacca Spa, Salvatore
Caltagirone, fa pignorare i conti correnti della società termale. Adesso
la società è in difficoltà perchè non può disporre pagamenti. I due
conti correnti sotto pignoramento sono quelli accesi alla Banca Intesa e
all'Unicredit. Il Commissario Straordinario della società termale,
Carlo Turriciano, ha già depositato, in Tribunale, l’atto di citazione
in opposizione al precetto di Caltagirone.
La questione riguarda il compenso
vantato dall’ex consigliere di amministrazione relativo al suo ruolo.
Una somma di 44.713,70 euro. La Terme di Sciacca Spa, nel contempo,
vantava crediti nei confronti del Caltagiorne per 19.282,50 euro “dovuti
in virtù di fatture regolarmente emesse dalla società termale nei suoi
confronti”.
Il Tribunale di Sciacca, a seguito di un
decreto ingiuntivo, impose alla società termale di liquidare la somma
complessiva di 25.431,20, oltre gli interessi legali. La società termale
emise un assegno circolare di 13.864,50 euro in favore di Salvatore
Caltagiorne, detraendo dalla somma al lordo “l’importo di 15.981,16 per
ritenute fiscali previste dalla legge”. Agendo, cioè, “come sostituto
d’imposta”. Alla cifra netta, la società termale ha aggiunto 4.413,96
euro quali interessi legali e spese legali, come richiesto dal legale
del Caltagirone. Insomma, la società termale, sull’importo vantato dal
Caltagirone, relativo alle indennità maturate come membro del Consiglio
di Amministrazione, ha detratto le somme relative ai crediti vantati - e
documentati dalle fatture emesse a carico di Caltagirone per servizi
fruiti e che la società termale non ha considerato attinenti al ruolo di
consigliere di amministrazione-, ha detratto le ritenute fiscali, ha
poi aggiunto le spese legali e gli interessi legali. Sembrava una storia
chiusa, un libro rimesso in libreria, magari destinato all’aggressione
della polvere. Invece no. L’aggressione vi è stata e si è concretizzata
con il pignoramento delle somme esistenti sui conti correnti della
società termale aperti in Banca Intesa e Unicredito.
La somma congelata si aggira sui 70 mila
euro. Una somma che risulta indispensabile alla società termale per
operare. Una società che, in attesa che si concluda il processo di
affidamento a privati delle gestione delle strutture termali, tira
avanti con grandi sforzi. Il precetto promosso dall’ex consigliere di
amministrazione, di fatto, mette in crisi la società termale. Bisogna
attendere le date dell’udienza e incassare la decisione del giudice. La
situazione, dunque, si complica sempre più.
A proporre il precetto, dunque, stavolta non è un fornitore, ma un ex amministratore della società termale.
Fonte: corrieredisciacca.it
2013/02/13
TERME DI ACIREALE, BANDO DI PRIVATIZZAZIONE AL PALO E LIQUIDAZIONE SOFFERTA
L’articolo pubblicato sul settimanale telematico L’Eco delle Aci
TERME DI ACIREALE, BANDO DI PRIVATIZZAZIONE AL PALO E LIQUIDAZIONE SOFFERTA
Non ci sono elementi di novità sul fronte dei processi di privatizzazione e liquidazione delle Terme di Acireale.
Passano i mesi e, nella generale indifferenza della politica che conta e nella inerzia segnata dal lento corso delle pratiche burocratiche, la situazione rimane sostanzialmente ferma. Si spera in un rinnovato interesse del governo Crocetta ad occuparsi seriamente della questione, anche per tramite del suo Gabinetto tecnico ove siede un acese; ma il presidente della Regione è in questo momento indaffarato nella soluzione di ben altri più complessi problemi regionali e nella gestione in prima persona di una campagna elettorale dove vuole incassare il credito di consensi finora riconosciutogli.
Le Terme di Acireale, dunque, possono per il momento aspettare.
Il bando per l’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti termali è fermo al palo, mentre per Sciacca è stato esitato ed è in corso nella cittadina dell’agrigentino l’attività di comunicazione e di relazioni per acquisire le migliori proposte dai privati.
Come si sa, il nodo per Acireale è rappresentato dalle pendenze giudiziarie in capo agli immobili ipotecati dall’ex Banco di Sicilia che, se la Regione non pagherà le rate di mutuo, potrebbero essere acquisiti dal creditore bancario.
Poiché la gestione delle Terme andrebbe affidata in blocco ai privati, in queste condizioni non è possibile avviare la privatizzazione, quando una parte del patrimonio (l’Albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale) potrebbero non essere più disponibili. Per tali motivi, a conclusione dell’attività di due diligence, Sviluppo Italia Sicilia aveva già sottolineato la difficoltà a procedere alla redazione di un bando per Acireale e, nonostante le vaghe promesse di un immediato sblocco dell’impasse da parte dell’ex assessore Gaetano Armao sulle quali si era cullato il sindaco di Acireale Nino Garozzo, i nuovi titolari del dicastero regionale all’economia (l’assessore Luca Bianchi e il ragioniere generale Mariano Pisciotta) si sono fondamentalmente allineati. Il bando, dunque, per ora è fermo e dunque la privatizzazione tecnicamente è al palo.
Bisognerà tra l’altro valutare se, continuando a persistere la difficoltà della Regione ad immettere nuove risorse finanziarie, non sia il caso di procedere ad una disarticolazione del complesso delle Terme in distinte aree di business (come proponeva lo studio di Saturnia Service nel 2001) e per ciascuna di esse prevedere un distinto bando di gara. Ipotesi che ovviamente il sindaco Garozzo non prende minimamente in considerazione, considerato che – sia da commissario delle Terme che da sindaco della città – si è sempre dichiarato contrario allo smembramento, senza tuttavia spiegarne tecnicamente le ragioni. Se da commissario dell’ex azienda delle Terme tali preoccupazioni si potevano forse comprendere, da sindaco della città non si spiegano affatto, anche perché se, da un lato, il primo cittadino è preoccupato di speculazioni immobiliari sul patrimonio delle Terme, dall’altro sarebbe nelle condizioni di intervenire con gli strumenti della pianificazione urbanistica adottati dal consiglio comunale, per vincolare le destinazioni d’uso delle aree dove insistono stabilimenti ed edifici delle Terme.
Un tema sul quale né Garozzo né il presidente del Consiglio Toruccio Di Maria sono finora riusciti a fornire spiegazioni convincenti, ritardando ogni possibile intervento del civico consesso, fermo ancora all’ordine del giorno del 1 febbraio del 2011 con il quale si impegnava all’unanimità a compiere una serie di atti che finora non sono mai stati espletati. E sono passati ben due anni!
Sul fronte dell’altro processo, cioè la liquidazione, non ci sono elementi di rilievo. Il liquidatore Giuseppe Triolo che, nominato dal governo Lombardo, ha sostituito a fine settembre Margherita Ferro è stato chiamato a riferire alla Regione Siciliana, anche alla luce dei negativi risultati dell’ultimo bilancio approvato proprio dalla Ferro e dal suo collega Michele Battaglia.
Risultati che confermano lo stato di disfacimento della società di gestione, ormai incapace di generare ricavi da prestazioni, e sommersa dai debiti, nonostante una consistenza immobiliare che, almeno virtualmente, assicura l’equilibrio fra attività e passività. Non c’è dubbio che lo stato della liquidazione inciderà anche sugli esiti del processo di privatizzazione perché la società di gestione degli stabilimenti termali è come se fosse in coma e un investitore privato che dovesse subentrare alla Regione insisterebbe per ottenere significativi sconti sugli oneri per l’affidamento della gestione.
Nel frattempo, all’Assemblea Regionale Siciliana l’on.Concetta Raia ha riproposto il disegno di legge sul riordino del settore termale in Sicilia che, sul finire della legislatura precedente, aveva presentato insieme al suo compagno di partito, l’on.Giovanni Barbagallo. Sarebbe opportuno, parallelamente alla soluzione delle questioni di Sciacca (in via di definizione) e di Acireale (ancora in alto mare), che si desse corso all’esame di questa proposta di legge per definire, in modo chiaro e inequivocabile, “se, come, quanto, quando e dove” la Regione Siciliana vorrà impegnarsi per il termalismo.
E soprattutto “perché”.
Passano i mesi e, nella generale indifferenza della politica che conta e nella inerzia segnata dal lento corso delle pratiche burocratiche, la situazione rimane sostanzialmente ferma. Si spera in un rinnovato interesse del governo Crocetta ad occuparsi seriamente della questione, anche per tramite del suo Gabinetto tecnico ove siede un acese; ma il presidente della Regione è in questo momento indaffarato nella soluzione di ben altri più complessi problemi regionali e nella gestione in prima persona di una campagna elettorale dove vuole incassare il credito di consensi finora riconosciutogli.
Le Terme di Acireale, dunque, possono per il momento aspettare.
Il bando per l’affidamento ai privati della gestione degli stabilimenti termali è fermo al palo, mentre per Sciacca è stato esitato ed è in corso nella cittadina dell’agrigentino l’attività di comunicazione e di relazioni per acquisire le migliori proposte dai privati.
Come si sa, il nodo per Acireale è rappresentato dalle pendenze giudiziarie in capo agli immobili ipotecati dall’ex Banco di Sicilia che, se la Regione non pagherà le rate di mutuo, potrebbero essere acquisiti dal creditore bancario.
Poiché la gestione delle Terme andrebbe affidata in blocco ai privati, in queste condizioni non è possibile avviare la privatizzazione, quando una parte del patrimonio (l’Albergo Excelsior Palace e il centro polifunzionale) potrebbero non essere più disponibili. Per tali motivi, a conclusione dell’attività di due diligence, Sviluppo Italia Sicilia aveva già sottolineato la difficoltà a procedere alla redazione di un bando per Acireale e, nonostante le vaghe promesse di un immediato sblocco dell’impasse da parte dell’ex assessore Gaetano Armao sulle quali si era cullato il sindaco di Acireale Nino Garozzo, i nuovi titolari del dicastero regionale all’economia (l’assessore Luca Bianchi e il ragioniere generale Mariano Pisciotta) si sono fondamentalmente allineati. Il bando, dunque, per ora è fermo e dunque la privatizzazione tecnicamente è al palo.
Bisognerà tra l’altro valutare se, continuando a persistere la difficoltà della Regione ad immettere nuove risorse finanziarie, non sia il caso di procedere ad una disarticolazione del complesso delle Terme in distinte aree di business (come proponeva lo studio di Saturnia Service nel 2001) e per ciascuna di esse prevedere un distinto bando di gara. Ipotesi che ovviamente il sindaco Garozzo non prende minimamente in considerazione, considerato che – sia da commissario delle Terme che da sindaco della città – si è sempre dichiarato contrario allo smembramento, senza tuttavia spiegarne tecnicamente le ragioni. Se da commissario dell’ex azienda delle Terme tali preoccupazioni si potevano forse comprendere, da sindaco della città non si spiegano affatto, anche perché se, da un lato, il primo cittadino è preoccupato di speculazioni immobiliari sul patrimonio delle Terme, dall’altro sarebbe nelle condizioni di intervenire con gli strumenti della pianificazione urbanistica adottati dal consiglio comunale, per vincolare le destinazioni d’uso delle aree dove insistono stabilimenti ed edifici delle Terme.
Un tema sul quale né Garozzo né il presidente del Consiglio Toruccio Di Maria sono finora riusciti a fornire spiegazioni convincenti, ritardando ogni possibile intervento del civico consesso, fermo ancora all’ordine del giorno del 1 febbraio del 2011 con il quale si impegnava all’unanimità a compiere una serie di atti che finora non sono mai stati espletati. E sono passati ben due anni!
Sul fronte dell’altro processo, cioè la liquidazione, non ci sono elementi di rilievo. Il liquidatore Giuseppe Triolo che, nominato dal governo Lombardo, ha sostituito a fine settembre Margherita Ferro è stato chiamato a riferire alla Regione Siciliana, anche alla luce dei negativi risultati dell’ultimo bilancio approvato proprio dalla Ferro e dal suo collega Michele Battaglia.
Risultati che confermano lo stato di disfacimento della società di gestione, ormai incapace di generare ricavi da prestazioni, e sommersa dai debiti, nonostante una consistenza immobiliare che, almeno virtualmente, assicura l’equilibrio fra attività e passività. Non c’è dubbio che lo stato della liquidazione inciderà anche sugli esiti del processo di privatizzazione perché la società di gestione degli stabilimenti termali è come se fosse in coma e un investitore privato che dovesse subentrare alla Regione insisterebbe per ottenere significativi sconti sugli oneri per l’affidamento della gestione.
Nel frattempo, all’Assemblea Regionale Siciliana l’on.Concetta Raia ha riproposto il disegno di legge sul riordino del settore termale in Sicilia che, sul finire della legislatura precedente, aveva presentato insieme al suo compagno di partito, l’on.Giovanni Barbagallo. Sarebbe opportuno, parallelamente alla soluzione delle questioni di Sciacca (in via di definizione) e di Acireale (ancora in alto mare), che si desse corso all’esame di questa proposta di legge per definire, in modo chiaro e inequivocabile, “se, come, quanto, quando e dove” la Regione Siciliana vorrà impegnarsi per il termalismo.
E soprattutto “perché”.
Saro Faraci
RIORDINO DEL SETTORE TERMALE, L’ON. RAIA HA RIPRESENTATO IL DISEGNO DI LEGGE.
Riordino del settore termale (ddl n. 10 del 13 dicembre 2012 XVI Legislatura) |
Iter | ||
Attuale
28 dic 2012 Assegnato per esame Commissione QUARTA
Storico
24 dic 2012 Annunziato Seduta n. 7 AULA28 dic 2012 Assegnato per parere Commissione SESTA |
RELAZIONE DEL DEPUTATO PROPONENTE Onorevoli colleghi, il processo di privatizzazione delle Terme di Acireale e Sciacca, avviato con l'articolo 23 della legge regionale 10/1999 e concretizzatosi con la costituzione delle società Terme di Acireale S.p.A. e Terme di Sciacca S.p.A, ha avuto un esito fallimentare, in quanto non è mai stato effettivamente ratificato. L'Assemblea regionale siciliana con l'articolo 21 della legge regionale 11/2010 ha disposto che Entro 180 giorni dall'avvenuta cessione alla Regione delle quote azionarie detenute dalle aziende autonome Terme di Acireale e Terme di Sciacca rispettivamente nelle società Terme di Acireale S.p.A. e Terme di Sciacca S.p.A., la Ragioneria generale della Regione attiva le procedure necessarie a porre in liquidazione le due Società e, tramite lo svolgimento di una gara ad evidenza pubblica, affida a soggetti privati la gestione e la valorizzazione dei complessi cremotermali ed idrominerali esistenti nel bacino idrotermale di Acireale e di Sciacca, compreso lo sfruttamento delle acque termali ed idrominerali, nonché le attività accessorie e complementari'. Difformemente alla suddetta legge le Terme di Acireale S.p.A. è stata posta in liquidazione nell'assemblea del novembre 2010 senza che le quote siano state cedute alla Regione, mentre la Ragioneria generale della Regione non ha a tutt'oggi attivato le procedure per la gara ad evidenza pubblica per l'affidamento ai privati. Le Terme di Acireale fino all'anno 2005 occupavano circa 100 persone, attualmente rimangono a suo carico 17 dipendenti. Il personale dell'Azienda Autonoma, attraverso la legge regionale 11/2007 è transitato nel ruolo ad esaurimento della Regione mantenendo i diritti acquisiti. Successivamente, nel settembre del 2008 (D.D.G. Assessorato alla Presidenza, n. 8160 del 30 settembre 2008) viene data attuazione al ruolo speciale di cui alla legge regionale 11/2007 e 85 dipendenti vengono deportati' in uffici regionali periferici, disperdendo un patrimonio professionale e sanitario pluridecennale. Tale dismissione' di personale avviene a seguito di una decisione del CdA del 2007 che, misteriosamente, non rinnovava le convenzioni specialistiche con il servizio sanitario nazionale e con altri Enti (Alitalia, Ministero Difesa, INPS, ENASARCO, ecc.). Difatti è una dismissione delle Terme di Acireale quella operata dal CdA che nel maggio del 2009 porta alla locazione di parte della struttura ad una società privata, la Emira S.r.l., che eroga prestazioni termali anche in acque e fanghi sulfurei, autodeterminando una situazione di concorrenza interna dai profili poco chiari. Nonostante questo impoverimento, scientifico', del patrimonio termale acese, di fatto la privatizzazione non è mai avvenuta. La potremmo definire una privatizzazione formale', visto che si è passati da società pubblica a società per azioni il cui capitale è rimasto in mano pubblica. Quindi il legislatore ha inteso sottolineare che non vi è alcuna soluzione di continuità nell'esercizio dell'attività collettiva da parte dell'organizzazione, la quale invero, pur mutando veste esteriore, mantiene la propria identità originaria. Una riprova di quanto detto è nell'esplicita previsione legislativa di cui all'articolo 23, comma 1, ultima parte, legge regionale n. 10/99 ove viene specificato che le società per azioni derivate dalle predette aziende succedono a queste nella totalità dei rapporti giuridici'. Come conseguenza il processo di privatizzazione, che avrebbe dovuto comportare per la Regione un risparmio di spesa pubblica, si è tramutato in un paradosso legislativo. Come se ciò non bastasse la Terme di Acireale Spa non svolge alcuna attività, e buona parte dei dipendenti sono stati assegnati ad altre mansioni all'interno dell'amministrazione regionale. A ciò si aggiunge che la Regione ha dovuto effettuare nel passato degli aumenti di capitale alle due società al fine di ripianare i debiti. La pessima gestione ha quindi comportato non il rilancio auspicato ma un conclamato fallimento della gestione privata con capitali pubblici'. Per le motivazioni suddette, e al fine di rilanciare il termalismo siciliano, si ritiene opportuno intervenire con un disegno di legge di riordino del settore che parta dal recepimento della normativa nazionale, la Legge 24 ottobre 2000, n. 323, ma integrata e rivista secondo le esigenze che si ritengono meglio rispondenti alla realtà siciliana. Se qualche decennio fa le Terme si configuravano quasi esclusivamente come luoghi di cura di tipo ospedaliero, oggi le terme sono luoghi dove vivere pienamente esperienze legate alla cura ed alla vacanza, al benessere ed al buon vivere. Il settore termale, per le sue caratteristiche di eco-compatibilità, ha ancora forti potenzialità inespresse in Sicilia e potrebbe rappresentare un settore di punta nell'ambito dell'offerta curativa e turistica, sia potenziando le stazioni esistenti, sia recuperando località che non hanno avuto sufficiente fortuna. La riconosciuta efficacia terapeutica delle acque termali ha, infatti, comportato il loro inserimento nel sistema sanitario nazionale e nei livelli essenziali di assistenza prevedendo, nell'ottica costituzionale della tutela della salute, l'estensione delle terapie, a costi contenuti, all'intera popolazione. Oggi il mondo termale è una realtà che rinuncia a qualsiasi etichetta e che si conferma come il luogo più idoneo per il raggiungimento delle condizioni di completo benessere della persona dove è possibile procedere alla cura delle malattie sposando la terapia naturale con una altrettanto naturale immersione in oasi di verde e di pace. In questo disegno di legge, così come nella normativa nazionale, vengono separate in modo netto le competenze e le prerogative del termalismo sanitario' e del termalismo del benessere' (ristorazione, strutture ricettive, manutenzione del verde, ecc.), tanto da prevedere la separazione fisica delle strutture, affidando queste ultime, tramite apposita gara di appalto, alla gestione dei privati. Inoltre, si da mandato alla Regione di istituire un marchio di qualità termale e conseguente attivazione di canali di finanziamento per l'attività, si promuove la qualificazione sanitaria degli stabilimenti termali integrandoli con le altre strutture sanitarie del territorio, le Università, gli Istituti di Ricerca per lo svolgimento delle attività relative alla definizione dei modelli metodologici e alla supervisione tecnico- scientifica. ---O--- DISEGNO DI LEGGE DI INIZIATIVA PARLAMENTARE Art. 1. Finalità 1. La presente legge, in conformità con le disposizioni della legge 24 ottobre 2000, n. 323 e con i principi statutari della Regione disciplina la tutela e la valorizzazione sanitaria nonché la riqualificazione e la salvaguardia territoriale del patrimonio idrotermale siciliano, anche per il sostegno alle attività turistiche correlate alle risorse naturali, ambientali e culturali delle zone termali. Art. 2. Ambito di applicazione e interventi 1. Per le finalità dell'articolo 1 la Regione: a) favorisce la collaborazione e il coordinamento tra le aziende termali siciliane promuovendo lo sviluppo di un'immagine coordinata del settore termale e incentivando iniziative per la costituzione di distretti termali, consorzi o reti d'imprese; b) definisce le condizioni attraverso cui realizzare l'integrazione delle azioni e delle attività di competenza dei diversi livelli istituzionali nonché la partecipazione dei privati alla programmazione e alla realizzazione degli interventi secondo quanto previsto dalla presente legge; c) promuove la ricerca sulle risorse termali siciliane e sulle loro applicazioni; d) promuove l'affermazione della validità scientifica e dell'efficacia terapeutica delle risorse termali siciliane e delle prestazioni erogate dalle aziende termali siciliane, anche attraverso il sostegno a studi e ricerche, in collaborazione con il Servizio sanitario regionale e nazionale e con gli istituti di ricerca medica e le università; e) incentiva la ricerca e la coltivazione delle fonti di approvvigionamento idrico; f) sostiene la qualificazione degli stabilimenti termali siciliani e la promozione degli standard qualitativi delle prestazioni da essi erogate; g) favorisce il pieno e razionale utilizzo delle risorse termali, anche mediante il loro impiego presso le strutture turistico-ricettive, nel rispetto delle norme sanitarie; h) favorisce iniziative e accordi, anche internazionali, per agevolare la mobilità dei pazienti residenti nei Paesi dell'Unione europea verso gli stabilimenti termali siciliani, nel rispetto della normativa statale vigente. Art. 3. Natura dei beni 1. Le fonti delle acque minerali e termali, così come classificate dall'articolo 2 del R.D. n. 1443/1927, nonché le fonti di sorgente idrica così come definite dal decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 399, esistenti nel territorio demaniale fanno parte del patrimonio indisponibile della Regione. 2. I lavori occorrenti alla ricerca, alla coltivazione e all'utilizzazione delle acque termali sono di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti e le relative opere sono acquisite al patrimonio regionale nel rispetto della normativa vigente. 3. Le aree di rispetto assoluto per finalità igienico-sanitarie, in quanto strettamente collegate alle risorse termali, sono di pubblica utilità e come tali possono essere soggette ad esproprio. Art. 4. Attribuzioni delle funzioni 1. Alla Regione compete la pianificazione territoriale e la programmazione economica del settore termale unitamente alla vigilanza e alla statistica relativa alle attività volte allo sfruttamento delle risorse idrotermali e delle acque di sorgente. 2. Le funzioni relative alla pianificazione mineraria sono esercitate dall'Assessorato regionale dell'energia e dei servizi di pubblica utilità. 3. La funzione afferente la vigilanza sull'autorizzazione all'apertura al pubblico degli stabilimenti termali, è esercitata dall'Assessorato regionale della salute. Art. 5. Stabilimenti termali 1. In materia termale si applicano in Sicilia le qualificazioni e le prescrizioni di cui agli articoli 2 e 3 della legge 24 ottobre 2000, n. 323, in ordine ai requisiti degli stabilimenti termali ed alle connesse attività di cura. 2. La Regione promuove la qualificazione sanitaria degli stabilimenti termali e l'integrazione degli stessi con le altre strutture sanitarie del territorio, in particolare nel settore della riabilitazione, avendo riguardo alle specifiche situazioni epidemiologiche ed alla programmazione sanitaria. 3. Le cure termali sono erogate a carico del Servizio sanitario regionale, ai sensi di quanto previsto dall'articolo 6, negli stabilimenti delle aziende termali accreditate, ai sensi dell'articolo 8 quater del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, introdotto dall'articolo 8 del decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229. Art. 6. Erogazione delle cure termali 1. Le patologie per il cui trattamento è assicurata l'erogazione delle cure termali a carico del Servizio sanitario regionale sono quelle individuate dal decreto del Ministro della sanità del 22 marzo 2001 e successive modifiche ed integrazioni, fermo restando il sistema di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie e del relativo regime di esenzioni come previsto dal decreto legislativo 29 aprile 1998, n. 124 e successive modifiche ed integrazioni, nonché dalle vigenti disposizioni in merito applicati nel territorio della Regione. In particolare il Servizio sanitario regionale assicura i cicli di cure termali per la riabilitazione motoria e neuromotoria, per la riabilitazione funzionale del motuleso e per la riabilitazione della funzione cardiorespiratoria e delle funzioni auditive garantiti agli assicurati dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) per ciascuna delle patologie per gli stessi previste e secondo le linee guida concernenti l'articolazione in cicli di applicazione singoli o combinati per ciascuna delle patologie individuate dal decreto del Ministro della sanità del 22 marzo 2001 e successive modifiche ed integrazioni. 2. Altri aspetti dell'erogazione delle cure termali in Sicilia riferibili alle clausole identificative aggiornate sulle patologie tutelate e le prestazioni erogabili in attuazione dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), sulle risorse destinate dalle imprese termali all'attività della Fondazione per la ricerca scientifica termale, sulla definizione della figura dell'operatore termale, sulla regolamentazione relativa ai requisiti igienico-sanitari specifici delle piscine termali, sulla revisione dei codici per la raccolta dati e semplificazioni delle procedure di cura termale sono ricomprese e definite negli appositi accordi stipulati, con la partecipazione del Ministero della sanità, tra le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e le organizzazioni nazionali maggiormente rappresentative delle aziende termali; accordi divenuti efficaci con il recepimento da parte della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano nelle forme previste dagli articoli 2 e 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Art. 7. Regimi termali speciali 1. Il Servizio sanitario regionale garantisce agli assicurati aventi diritto avviati alle cure termali dall'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) e dall'INAIL i regimi termali speciali di cui all'articolo 6 del decreto-legge 20 settembre 1995, n. 390, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 1995, n. 490. Art. 8. Ricerca scientifica - Accordi di programma 1. L'Assessorato regionale della salute favorisce la collaborazione delle aziende termali per la realizzazione di programmi di ricerca scientifica, di rilevazione statistico-epidemiologica e di educazione sanitaria, mirati anche ad obiettivi di interesse sanitario generale, ferme restando le competenze del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica. La Regione si avvale della collaborazione con le università siciliane, degli enti e degli istituti di ricerca specializzati, per lo svolgimento delle attività relative alla definizione dei modelli metodologici e alla supervisione tecnico-scientifica sulla attuazione degli stessi programmi. 2. La Regione promuove programmi di formazione e ricerca scientifica sulle risorse termali ed idrominerali in collaborazione con istituti di ricerca ed università. Promuove altresì, in accordo con il Ministero dell'istruzione, convenzioni ed accordi di programma per favorire l'istituzione, in Sicilia, della Scuola di specializzazione in medicina termale di cui all'articolo 7 della legge 323/2000. 3. La Regione e gli enti pubblici e privati possono sottoscrivere accordi di programma, intese istituzionali o porre in essere altre forme di cooperazione per la promozione di un sistema integrato delle attività produttive nei territori termali. Art. 9. Ricerca idrogeologica e conduzioni fonti approvvigionamento 1. La Regione promuove e incentiva, attraverso convenzioni tra le aziende termali, le università e/o gli enti di ricerca più qualificati (INGV, CNR, ecc.) la ricerca e il monitoraggio della risorsa idrica termale per garantirne la qualità e la quantità nel tempo e, laddove necessario per le strategie aziendali, incrementare le portate delle fonti esistenti e individuarne di nuove. Art. 10. Valorizzazione dei territori termali 1. Nell'ambito dei piani e dei progetti regionali, nazionali e comunitari che comportano investimenti ordinari e straordinari per la promozione e lo sviluppo economico-sociale di aree comprendenti territori a vocazione turistico-termale, la Regione favorisce la destinazione di adeguate risorse aggiuntive nei confronti degli stessi territori per il potenziamento dell'offerta sanitaria in relazione al fabbisogno e per la crescita della dotazione infrastrutturale, tecnologica, alberghiera e turistica nelle aree termali. 2. Per migliorare il contesto ambientale e incrementare la qualità dell'offerta ricettiva e dei servizi delle aree termali la Regione promuove la realizzazione di piani di qualificazione delle aree termali che fanno riferimento al territorio del comune o dei comuni entro cui si svolge un'attività termale. 3. I piani di potenziamento di cui ai commi 1 e 2 possono essere presentati dai comuni, singoli o associati, o dalle aziende termali Art. 11. Riconoscimento distretti termali 1. Gli strumenti per il raggiungimento delle finalità di cui all'articolo 2, sono il documento di programmazione economica e finanziaria regionale, il Piano regionale di sviluppo termale, il distretto termale, e, nel caso di più distretti termali, la Commissione regionale per il termalismo, istituita con apposito decreto e composta da enti locali interessati, università, operatori economici ed esperti del settore. 2. Entro sessanta giorni dall'approvazione della presente legge, l'Assessorato regionale del turismo, dello sport e dello spettacolo, al fine di promuovere lo sviluppo del termalismo, adotta con proprio decreto le modalità ed i criteri per il riconoscimento dei distretti termali nei quali si realizza un sistema integrato tra il termalismo e le risorse ambientali e culturali del territorio; 3. Il distretto termale esprime la capacità degli attori pubblici e privati di promuovere la realizzazione di una serie di progetti strategici ricompresi all'interno di un patto che mira a realizzare lo sviluppo integrato del distretto termale in conformità agli strumenti di programmazione comunitaria, nazionale e regionale. Art. 12. Promozione del termalismo e del turismo nei territori termali 1. Nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili e nell'esercizio della propria attività istituzionale l'Assessorato regionale del turismo, dello sport e dello spettacolo inserisce nei propri piani e programmi di promozione turistica regionale e locale idonee iniziative per la promozione del termalismo quale parte integrante della complessiva offerta turistica siciliana, utilizzando anche a tale fine l'apporto tecnico-organizzativo di organismi consortili eventualmente costituiti con la partecipazione delle aziende termali e di istituzioni, enti ed associazioni pubblici o privati interessati allo sviluppo dell'economia dei territori termali. 2. L'Assessorato regionale della salute: a) favorisce l'accreditamento ed il convenzionamento delle strutture termali nel rispetto dei requisiti di legge; b) eroga contributi fino ad un massimo di 500 migliaia di euro annui per progetti specifici di cure e terapie termali innovative per categorie di pazienti particolari, ovvero studi e ricerche nel campo dell'idrologia medica applicata, anche in collaborazione con le università siciliane. I predetti progetti devono essere presentati dalle università o dalle Aziende termali entro il 28 febbraio di ogni anno ed essere ammessi a finanziamento entro il 30 giugno di ogni anno previa approvazione dell'Assessore regionale per la salute. 3. Per l'attuazione del programma di promozione ed incentivazione del turismo termale l'Assessorato regionale del turismo, dello sport e dello spettacolo eroga incentivi a favore dei comuni termali e di privati, in relazione a: a) costruzioni e ristrutturazioni di strutture ricettive alberghiere e ricettive in genere; b) riqualificazione urbana dei territori termali; c) realizzazione nei territori termali di impianti sportivi e per il tempo libero per consentire un'adeguata attività complementare al ripristino dello stato di benessere psico-fisico; d) manifestazioni ricreative e culturali; e) innovazione tecnologica e gestionale nei territori termali. 4. Gli incentivi di cui al comma 3 sono individuati da apposito decreto dell'Assessore regionale per il turismo, lo sport e lo spettacolo che fissa i relativi limiti di finanziamento a carico del bilancio della Regione e dell'eventuale cofinanziamento degli enti locali. Art. 13. Marchio Terme di Sicilia' 1. E' istituito il marchio di qualità termale Terme di Sicilia' riservato ai titolari di concessione mineraria per le attività termali che ne fanno espressa domanda di assegnazione. La Regione promuove forme di collaborazione e cooperazione tra le aziende termali siciliane, finalizzate in particolare ad accrescere la notorietà e l'elevazione degli standard di qualità dei servizi del settore termale nell'ambito del turismo siciliano. L'Assessore regionale per il turismo, lo sport e lo spettacolo con decreto da emanarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge regolamenta d'attuazione e le procedure per l'attribuzione del marchio, le modalità per gestirlo, il procedimento per il riconoscimento della qualità e la eventuale revoca dell'attribuzione del marchio. 2. Ai fini dell'attribuzione del marchio Terme di Sicilia' il soggetto titolare della concessione mineraria per le attività termali deve presentare all'Assessorato regionale del turismo, dello sport e dello spettacolo la domanda di assegnazione del marchio di qualità termale unitamente ad una documentazione attestante: a) l'adozione di apposito bilancio ambientale e la relativa relazione tecnica; b) la sottoscrizione, certificata dalla competente camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, di accordi volontari tra gli esercizi alberghieri del territorio termale per autodisciplinare l'uso più corretto dell'energia, preferibilmente proveniente da fonti rinnovabili, e dei materiali di consumo in funzione della tutela dell'ambiente; c) l'attività di promozione, certificata dalla competente azienda di promozione turistica, per la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e storico-artistiche proprie del territorio termale; d) l'adozione da parte degli enti locali competenti di idonei provvedimenti per la gestione più appropriata dei rifiuti e per la conservazione e la corretta fruizione dell'ambiente naturale. 3. L'assegnazione del marchio di qualità termale è sottoposta a verifica da parte all'Assessorato regionale del turismo, dello sport e dello spettacolo ogni tre anni. Art. 14. Copertura finanziaria 1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge si provvede per l'esercizio finanziario in corso con parte delle disponibilità U.P.B. 4.2.1.5.2. capitolo 215704, accantonamento 1001. 2. Per ciascuno degli esercizi finanziari successivi si provvede con legge di bilancio e le relative somme trovano riscontro nel bilancio pluriennale della Regione. Art. 15. Entrata in vigore 1. La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana. 2. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione.
Fonte: http://termediacireale.wordpress.com/
QDS: TERME DI ACIREALE, PRIVATIZZAZIONE IN STALLO.
L’articolo del Quotidiano di Sicilia a firma di Daniela Gieri.
Catania – Terme di Acireale, privatizzazione in stallo. Non c’è ancora il bando pubblico
di Daniela Gieri
Faraci (Forum Terme Acireale):
“Chiarire la destinazione urbanistica per evitare possibili
speculazioni”. Doveva uscire a ottobre. Il sindaco Garozzo: “Aspettiamo
il governo regionale”
ACIREALE – Ancora nessuna traccia del
bando promesso dalla Regione per la messa in vendita delle Terme di
Acireale. Dalla riunione intercorsa il 22 ottobre 2012 tra l’assessore
Armao e i Comuni di Acireale e Sciacca, dove era stato condiviso uno
schema preciso per la pubblicazione del bando, niente è stato fatto, o
meglio, dopo l’ennesimo incontro, il 10 gennaio esce sulla gazzetta
ufficiale il bando relativo alle Terme di Sciacca, ci si chiede dove sia
andato a finire quello sulle Terme Santa Venera di Acireale.
Rosario Faraci, coordinatore del forum permanente Terme di Acireale che
ha più volte sollecitato il sindaco Nino Garozzo ad intervenire
interpellando il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta,
critica aspramente l’operato dell’amministrazione riguardo la gestiane
della delicata situazione: “L’avvocato Garozzo, che è persona precisa,
ha gestito male l’intera vicenda fin dall’inizio della liquidazione
della società di gestione Terme di Acireale Spa e nelle fasi di
accompagnamento alla pubblicazione del bando per la privatizzazione.
Continua ad imputare alla Regione Siciliana, ai presidenti, assessori e
dirigenti di turno, responsabilità nei ritardi, nelle errate
valutazioni, nei difetti di procedura. In realtà avrebbe dovuto fare due
cose, che non ha mai voluto fare. La prima – afferma Faraci – è
chiarire una volta per tutta la destinazione urbanistica delle zone su
cui insistono gli stabilimenti termali, evitando di seminare il panico
in città sui rischi di speculazione intorno alla destinazione d’uso
dell’Albergo Excelsior Palace qualora fosse espropriato dall’ex Banco di
Sicilia. La seconda è comportarsi da primo cittadino, e non solo da
alfiere di una battaglia procedurale contro la Regione. Un sindaco si
mette in sintonia con la sua città e porta avanti, tirando fuori le
unghia, una battaglia civile per salvaguardare un cespite importante
della storia e dell’economia del suo territorio. Il Forum gli ha teso la
mano diverse volte, ma Garozzo è distratto da altro. Aspettiamo che ci
chiami da due anni”.
Non si è fatta attendere la replica del sindaco Nino Garozzo, che si
affida al nuovo governo: “Il discorso è molto chiaro, il Comune di
Acireale,dal 2007, scrive ripetutamente alla Regione individuando un
percorso che non è solo quello individuato dal sindaco, ma da documenti
votati all’unanimità da tutto il Consiglio comunale. Noi siamo per la
gestione privata delle Terme con l’assicurazione del patrimonio pubblico
in mano alla Regione affinchè si eviti, una speculazione immobiliare.
L’unico che ci ha convocati, è stato l’assessore Armao, abbiamo
concordato un bando che doveva essere pubblicato a fine ottobre 2012.
Eravamo insieme a Sciacca in questo
tavolo istituzionale, l’assessore ha ritenuto di invitare solo i vertici
e non ha voluto convocare i forum di Sciacca e Acireale che è stato
informato, sulle questioni che andavano delineandosi. Gli accordi
assunti – replica ancora il sindaco Garozzo – con l’assessore Armao
erano pubblicazione immediata di questo bando, che doveva comprendere
tutti gli immobili del patrimonio termale senza distinzioni, e sul
patrimonio termale, l’Excelsior e il Polifunzionale, temiamo che ci
possa essere una vendita separata perché vi è un’azione coattiva per
mancato pagamento dei mutui. Sappiamo, perché l’abbiamo scoperto, che la
Regione ha tolto i soldi alla ricapitalizzazione della legge 2007, per
cui i 14 milioni di euro che c’erano o che ci dovevano essere, oggi non
ci sono più. Tutte queste cose sono state dette alla pubblica opinione e
alle pubbliche istituzioni ,quindi, non mi pare che all’interno della
città ci possano essere occasioni per fare polemica. Aspettiamo dal
nuovo Governo se confermerà la volontà di una collaborazione di
condivisione col territorio o meno”.
Articolo pubblicato il 07 febbraio 2013 – © RIPRODUZIONE RISERVATA
2013/02/07
2013/02/02
DUE ANNI SPRECATI. IL CONSIGLIO COMUNALE DI ACIREALE LONTANO DALLE TERME.
Il 1 febbraio del 2011 il Consiglio
Comunale votava all’unanimità un ordine del giorno che – come è
possibile leggere nell’allegato documento – da un lato impegnava
l’Amministrazione Comunale a richiedere un “tavolo di confronto
permanente” con la Regione Siciliana e dall’altro impegnava lo stesso
civico consesso ad “adottare tutti gli atti necessari per non
pregiudicare le previsioni e i vincoli urbanistici contenuti nel PRG in
ordine alla riqualificazione ed allo sviluppo del termalismo nella
nostra Città”. Di quel documento il Sindaco Avv.Nino Garozzo si è sempre
fatto scudo, nel corso di questi anni, per ribadire l’esistenza di una
unanime volontà della Città in merito ai percorsi di privatizzazione
delle Terme. Ovviamente, si trattava soltanto di un ordine del giorno,
votato all’unanimità, che tuttavia ha registrato un progressivo
disimpegno del civico consesso dalla vicenda Terme.
Nel corso di questi anni, il civico
consesso ha fatto veramente ben poco, quasi niente. Nel marzo del 2011
ha favorito l’audizione in aula del liquidatore Margherita Ferro,
sentita in realtà nella sua veste di amministratore unico per il periodo
2009-2010 in cui ha ricoperto tali mansioni. Di tanto in tanto, nei
sporadici e disarticolati interventi di alcuni suoi consiglieri, ha
toccato di striscio la questione, senza mai volerla approfondire prima
di pervenire ad alcune possibili soluzioni nell’interesse della città di
Acireale. Rimangono alcune lettere dell’ex Presidente Pietro Filetti al
Sindaco Garozzo e alla Regione Siciliana; l’incontro promosso dallo
stesso Filetti insieme ai capigruppo consiliari e al Forum il 9 dicembre
del 2011; l’incontro il 1 giugno 2012 in VI Commissione consiliare con
Antonio Riolo, il Presidente Toruccio Di Maria, il Vice Sindaco Mario
Pavone, alcuni consiglieri e ancora una volta il Forum. Per il resto, se
non fosse stato proprio per il coordinamento inter-associativo proposto
dal Lions Club di Acireale, il Consiglio non avrebbe fatto nemmeno
questo.
Il “tavolo di confronto permanente” è
stato richiesto alla Regione Siciliana dal Sindaco Garozzo, solo dopo
che l’ex Presidente del Consiglio Pietro Filetti glielo aveva
sollecitato, su invito ad intervenire da parte del Forum permanente
sulle Terme di Acireale. Mai concesso dalla Regione Siciliana, è stato
rimpiazzato da un impegno dell’ex assessore Gaetano Armao, in prossimità
della scadenza del mandato, di sentire il Comune di Acireale prima di
ogni decisione importante sulla privatizzazione, come del resto è
accaduto per Sciacca. Sul finire del suo mandato, l’ex assessore
all’Economia convocò i Sindaci delle due città termali, a seguito della
“levata di scudi” da parte dei Forum delle due cittadine. Come è noto,
mentre il bando per la privatizzazione delle Terme di Sciacca è stato
approvato, quello di Acireale è al palo per una serie di questioni
formali legate alla incompleta disponibilità al patrimonio delle Terme
dell’immobile che fino a dicembre del 2011 ha ospitato l’Albergo
Excelsior Palace.
Non risulta, invece, che il Consiglio
abbia fatto qualcosa in merito all’unico impegno che si era assunto. La
problematica urbanistica non è stata mai affrontata seriamente e a nulla
è valso il sollecito del Forum alla VI Commissione consiliare
permanente, nell’incontro del 1 giugno scorso, poichè evidentemente nè
la stessa Commissione nè il Presidente Di Maria sono politicamente nelle
condizioni di investire il Consiglio della vicenda.
E così mentre la Regione Siciliana
procede a singhiozzo sulla strada della privatizzazione, tralasciando
completamente il monitoraggio sulla liquidazione in atto, il Consiglio e
l’Amministrazione Comunale di Acireale, nonostante i proclami pubblici,
sono distanti e disinteressati dalla vicenda delle Terme. L’argomento
di tanto in tanto torna di attualità, ma solo come argomento di mera
propaganda, nelle consultazioni elettorali. Per il resto, la classe
politica locale rappresentata dal Consiglio e dall’Amministrazione ha
deciso di rinunciare ad alcune prerogative istituzionali che altri
centri termali in analoga situazione sono riusciti ad esercitare con
autorevolezza, competenza ed efficacia.
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