Tredici partecipate, di cui la Regione detiene tutte o la maggioranza delle quote, che pur essendo in liquidazione continuano a rappresentare rubinetti sempre aperti da cui sfugge un fiume di denaro pubblico. Secondo una recente indagine della Corte dei Conti, presieduta da Maurizio Graffeo, fra costi del personale, consulenze e organi societari la Regione spende ancora almeno 7,3 milioni all’anno per strutture che dovrebbero essere già chiuse. Il tutto senza considerare le perdite nei bilanci. Crocetta nei giorni scorsi ha rispedito al mittente il bilancio del Ciem, la società per l’internazionalizzazione delle imprese, che doveva essere chiusa da tre anni e che – rileva Palazzo d’Orleans – continua a pagare 194 mila euro all’anno per un direttore, Nino Giuffrè, e altri 10 mila per il commissario lisciaquidatore, senza considerare gli 890 mila euro per una ventina di dipendenti. Crocetta ha chiesto al Ciem azioni correttive e ha annunciato l’intenzione di affidare al dirigente regionale Sergio Gelardi la guida di un pool per accelerare le liquidazioni. Le società da chiudere sono almeno 13 su 34. Sono in liquidazione almeno dal 2009 Biosphera, Ciem, InfoRac, Multiservizi, Siace, Sicilia e Innovazione, Terme di Sciacca e Acireale, Mediterranea, Quarit, Cinesicilia e Lavoro Sicilia. Solo la Hydro ha raggiunto il traguardo della chiusura mentre per Sicilia e Servizi la procedura sarà interrotta perché la Regione ha deciso di tenerla in vita affidandola ad Antonio Ingroia (compenso da 50 mila euro) e Dario Colombo (223 mila euro). La Corte dei Conti ha lanciato un allarme parlando di «perversa logica di salvataggio a tutti i costi» e avvertendo che alcune operazioni tendenti a finanziare società in liquidazione risultano «in contrasto con i più elementari principi di razionalità economica, che vietano ricapitalizzazioni e accollo dei debiti oltre il limite della responsabilità patrimoniale del socio». In sintesi, se le liquidazioni andassero avanti e continuassero a pesare sulle casse pubbliche si potrebbe aprire un procedimento per danno erariale. Per tutti questi motivi Crocetta ha deciso di togliere alla Ragioneria generale dell’assessorato all’Economia la gestione delle liquidazioni, creando un ufficio speciale alle sue dipendenze. Che però non ha ancora iniziato a lavorare.
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