Si continuano a fare riunioni fra sindaci del
territorio per portare avanti la procedura che porterà alla costituzione
di un libero consorzio che racchiuda 20 comuni delle soppresse province
di Agrigento, Palermo e Trapani, con Castelvetrano e Sciacca quali
centri più grandi.
Come si sa, è stata pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale della Regione Siciliana n° 8 del 24 marzo 2014 la legge di
"Istituzione dei Liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane"
con relativa soppressione delle province. In quella occasione il governo
Crocetta però venne battuto all'ARS su un emendamento, passato a voto
segreto, dei 5stelle che prevede il referendum per la costituzione di
nuovi Liberi consorzi tra comuni, in aggiunta ai nove, corrispondenti
alle attuali Province.
Insomma, si possono fare tutte le riunioni
che si vogliono, ma alla fine ci vorrà un referendum confermativo.
L'occasione però è ghiotta per accorpare questo referendum con quello
che dovrebbe, ancora una volta, cambiare il nome della città da Sciacca a
Sciacca Terme già bocciato dai cittadini. Ma se è vero che l'abito non
fa il monaco, di sicuro aggiungere Terme ai cartelli stradali non farà
di Sciacca una città termale perché considerato lo stato in cui versano
le terme, considerato l'abbandono delle antiche terme selinuntine,
referenudm o no, ci vorrebbe una svolta storica e culturale sull'uso e
sfruttamento delle risorse termali, mentre qui abbiamo persino problemi
ad aprire la piscina del parco visto che due filtri che garantiscono un
migliore filtraggio dell'acqua curativa costano quasi 17 mila euro. E'
vero, la struttura cerca di sopravvivere, ma non è cambiando il nome
alla città che il problema verrà risolto. Sarà curioso vedere i turisti
che arrivano a Sciacca convinti di trovare le strutture di Montecatini
terme, trovarsi a bere l'acqua delle terme di Montevago.
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