Dirottare al più presto possibile, prima che si perdano, i quasi 70
milioni di euro di investimento di Sviluppo Italia Sicilia in favore
della valorizzazione delle Terme di Sciacca. È questa l’ipotesi di
lavoro a cui si starebbe lavorando freneticamente negli ultimi giorni
nei palazzi della Regione siciliana.
Fondi stanziati nel 2008 da Cipe e Regione e calati in un accordo di
programma quadro Stato-Regione-Comune di Sciacca. Fondi che si contava
di utilizzare nell’ambito dell’investimento turistico con un partner
privato a suo tempo individuato: il colosso alberghiero Sol Melià.
I funzionari di Invitalia hanno fatto presente all’assessorato
regionale all’Economia che c’è il rischio che questi finanziamenti
possano svanire nel nulla, tornando così nelle casse del governo
centrale. Un rischio che questo territorio non può davvero permettersi, e
neanche lontanamente, di correre.
Da qui dunque l’idea di investirli sulle Terme. Potrebbe trattarsi
del rimedio ad un problema oggettivo: l’impossibilità (almeno ad oggi)
di individuare sul mercato un partner privato che sia uno interessato a
gestire un patrimonio termale che oggi, diciamocelo con franchezza, vale
decisamente poco.
Con interventi mirati di ristrutturazione dello stabilimento e degli
impianti (che sappiamo in che stato pessimo si trovano), ma anche
attraverso la valorizzazione e, soprattutto, l’innalzamento della
qualità generale degli immobili (recuperando ad esempio gli alberghi del
monte San Calogero e riconvertendo in struttura ricettiva l’ex motel
Agip) si vogliono creare le condizioni per incentivare eventuali
investimenti economici sulle Terme. Un rilancio che potrebbe far
trasformare in giovamento quello che al momento è stato l’impedimento
rappresentato dall’addio all’operazione Sol Melià.
Non escludendo che il colosso spagnolo possa continuare a puntare su
Sciacca attraverso le Terme, ipotesi questa che appare in questo momento
decisamente fantasiosa.
Sol Melià, tredicesima catena alberghiera mondiale, in partnership
con Italia Turismo avrebbe voluto costruire un golf resort in località
Monterotondo. Progetto saltato per colpa di un contenzioso tra la
liquidazione della SITAS e un suo creditore, la Coaredil di Palermo. I
cui rappresentanti legali avevano contestato, giudicandolo troppo
modesto, il prezzo di 5 milioni a suo tempo pagato da Invitalia per
l’acquisto dei terreni necessari proprio dalla liquidazione. Il TAR ha
dato ragione al creditore e l’atto di compravendita fu annullato.
Questa trattativa alla Regione potrebbe essere la spiegazione al
tempo che si sta perdendo per la pubblicazione dell’annunciato nuovo
bando per le manifestazioni d’interesse di privati a gestire le Terme.
Che di problemi ne hanno a bizzeffe: dalla fogna di Cammordino alla
stessa agibilità di alcuni immobili. Il possibile innesto di risorse
finanziarie fresche potrebbe permettere un restyling necessario delle
Terme e immaginare finalmente innesti di imprenditori capaci, a partire
dallo stesso Antonio Mangia.