Nell'editoriale del 09/04/2012 il direttore responsabile de 'Il Corriere di Sciacca' Filippo Cardinale, riepilogando quesiti tecnico-politici di cui purtroppo non si è mai avuta risposta, sottolinea come il tema Terme sia ovviamente entrato in campagna elettorale e ammonisce « ... che sulla questione termale si vola sopra le
teste dei saccensi. E mentre la nostra classe politica discute,
Sagunto, ovvero le Terme, vengono “espugnate”. L’iter affidato a
Sviluppo Italia-Sicilia è già al termine. Tra non molto la società
consegnerà alla Regione la bozza del bando per la ricerca del privato a
cui affidare in gestione le terme.» A quel punto i giochi saranno fatti e non ci resterà che aspettare le decisioni "calate dall'alto".
Ecco l'articolo intero:
Il tema
delle terme, del loro rilancio, è un comune denominatore dei candidati a
sindaco. Tutti sono concordi, e non può essere diversamente, nel
ritenere la risorsa termale un bene essenziale per lo sviluppo della
città. Vi è però una questione che sfugge a tutti: in verità la
questione termale è già sfuggita dal controllo dell’Ente locale, cioè
del Comune.
Abbiamo più volte scritto sul nostro
giornale che la Regione, con il Presidente Raffaele Lombardo in prima
fila, ha già affidato a Sviluppo Italia-Sicilia il compito di
predisporre il bando di evidenza pubblica per affidare a terzi, in
concessione, le strutture termali. Tecnici di Sviluppo Italia-Sicilia
sono già stati a Sciacca, hanno fatto numerosi sopralluoghi per
espletare il loro compito. Hanno visto e rivisto il territorio, hanno
valutato il patrimonio termale, hanno analizzato il potenziale di
sviluppo. Non hanno, invece, consultato né le istituzioni comunali, né
le categorie produttive e sociali della città.
Tutto ciò denota, ma già era evidente da
molto tempo, che sulla questione termale si vola sopra le teste dei
saccensi. E mentre la nostra classe politica discute, Sagunto, ovvero
le Terme, vengono “espugnate”. L’iter affidato a Sviluppo Italia-Sicilia
è già al termine. Tra non molto la società consegnerà alla Regione la
bozza del bando per la ricerca del privato a cui affidare in gestione le
terme.
Una volta espletato tale compito, sarà
assai difficile trovare margini di concertazione con il provato che
gestirà le terme. Il piano industriale della società che gestirà le
strutture termali non potrà essere sindacato da entità esterne alla
società concessionaria. In buona sostanza, la città di Sciacca, le sue
istituzioni, saranno fuori dal perimetro delle scelte. In verità lo è
già adesso perché Sviluppo Italia-Sicilia sta marciando avanti nel
silenzio assoluto. Dunque, quando i candidati a sindaco, in buona fede,
discutono del futuro delle terme entrano in un campo che è ormai
refrattario.
La promessa dell’assessore regionale
all’Economia, Gaetano Armao, di venire a Sciacca lo scorso 28 luglio per
illustrare il bando di selezione dell’advisor si è arenata
inesorabilmente per volontà del Presidente della Regione che ha imposto
l’affidamento diretto a Sviluppo Italia-Sicilia. Armao non si è più
fatto vedere sul suolo saccense, né il Presidente della Regione. Il
profilo futuro (immediato futuro) è già tracciato e a nulla serve
parlare dei ricordi dell’azionariato popolare dei saccensi. Questo fu.
Le Terme sono della Regione e la Regione
ha già tracciato il destino. Ai saccensi non rimarrà altro che
“prendere atto”. Su questa realtà mi piacerebbe ascoltare i candidati a
sindaco, su una realtà che ha già consumato passaggi importanti e
irripetibili della filiera della privatizzazione.
Noi, poniamo 5 domande di riflessione:
1.l’affidamento della gestione ai
privati, cioè la cosiddetta “privatizzazione sostanziale”, dovrà
avvenire mantenendo l’unitarietà del complesso aziendale o favorendo la
sua disarticolazione in più aree di business, distinte fra loro (“unità o
spezzatino”? per utilizzare due termini largamente usati nel gergo
giornalistico)?
2.qual è il valore reale dei cespiti
aziendali delle Terme di Sciacca e quale potrebbe essere il prezzo di
cessione ai privati? E il prezzo di cessione da cosa dipenderà? Dal
valore attuale (su cui interferisce pesantemente l’esito della
liquidazione) o dal valore prospettico che tali cespiti potrebbero
avere, tenuto conto degli investimenti di cui qualcuno (o il soggetto
pubblico, in fase di dismissione, o i privati, in fase di subentro)
dovrebbe farsi carico?
3.l’attuale modello di business delle
Terme di Sciacca, prevalentemente orientato ad un termalismo
tradizionale e convenzionato, è compatibile con i nuovi orientamenti del
turismo della salute e del benessere termale che si stanno rapidamente
affermando nel mercato nazionale ed internazionale? Se non dovesse
essere adeguato, quali sarebbero i costi da sostenere per un suo
adeguamento al “nuovo”?
4.il riposizionamento, interpretabile
anche come rilancio, delle Terme di Sciacca – che spetta indubbiamente
alla Regione, poichè le Terme sono regionali – dovrà avvenire in modo
indipendente, o in qualche misura collegato, ad una progettualità del
territorio (leggasi Comune e Provincia) sulla valorizzazione della
vocazione turistica di questa area?
5.dato che l’attuale società di gestione
(Terme di Sciacca SpA) è in liquidazione, quale e come dovrà essere il
“contenitore” che gestirà le nuove Terme? Sarà una nuova società, di cui
saranno soci la Regione (proprietaria dei beni demaniali) e i privati? O
sarà soltanto una società privata cui la Regione affiderà in
concessione la gestione degli stabilimenti e degli altri cespiti?
Si tratta dei principali interrogativi
tecnici, ai quali – nel progetto cui sta lavorando presumibilmente
l’advisor Sviluppo Italia Sicilia – si dovrà comunque dare una risposta.
Probabilmente, altri interrogativi emergeranno in fase di valutazione.
Ovviamente, alcuni di questi interrogativi tecnici hanno pure contenuto e
valenza politici.
E’ su questo versante, infatti, che
vanno valutati gli eventuali effetti positivi derivanti sia
dall’approvazione di una legge regionale sul riordino del sistema
termale in Sicilia sia dalla attivazione di un distretto produttivo sul
termalismo. Entrambe le iniziative – la legge e il distretto – sono in
itinere presso l’Assemblea Regionale Siciliana e il Governo Regionale.
Inoltre, non sono neutrali ai fini della valutazione delle alternative
(unità o spezzatino?) sia le modalità di svolgimento che gli esiti delle
due liquidazioni in atto.
In questa fase,
pertanto, occorrono grande prudenza e massima attenzione, unite ad una
continua interlocuzione con i territori locali (istituzioni e società
civile) che potrebbe risultare utile a prospettare l’eventualità di
altre alternative finora non esplorate.
Il nostro giornale è a disposizione per offrire ai candidati a sindaco lo spazio di eventuale risposta.
Fonte: corrieredisciacca.it
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