La Lega Navale di Sciacca ha
proposto nei giorni scorsi, di legare il referendum per cambiare il nome alla
nostra città con le prossime tornate elettorali del 6 e 7 maggio.
La proposta della Lega è
veramente lodevole se si pensa che legare il toponimo della propria città alle
terme è un modo per palesarne la presenza sul proprio territorio ed è una
scelta che hanno adottato diverse città termali che pure non possono vantare caratteristiche
e pregi eguali alle nostre.
La scelta della Lega è motivata
da tre fattori:
- non v’è alcun apprezzabile aggravio di spese, limitate alla stampa delle sole schede referendarie;
- certezza del raggiungimento del “quorum” che ne impedì la validità nel 2003;
- infine, come riportato nel comunicato: « Con l’acquisizione del toponimo “Sciacca Terme“ si potrebbe ingenerare – come si auspica – da parte di questa neghittosa Collettività uno “scatto di orgoglio“ capace di riproporre, speriamo con veemenza, anche il tema TERME SELINUNTINE, oggi in crisi di identità, ed alla cui valorizzazione e sviluppo scommisero nei primi decenni del secolo scorso, i nostri Progenitori, dando vita all’azionariato popolare. Terme delle quali non si conosce – esclusi pochi Eletti – le prossime linee gestionali della Regione ma che, sicuramente, saranno avulse da qualsiasi controllo, diretto e/o indiretto da parte della Città. E così, magari a cascata, per il tema “ TRIBUNALE “, per l’Ospedale declassato malgrado le riconosciute eccellenze, per le Carceri, per il Melqart ed il Museo del Mare, per il piano regolatore del Porto ed altri temi ancora di rilevante interesse cittadino. Attorno ad essi aleggia, purtroppo, la avvilente e sterile acquiescenza, retaggio di sapore arabo, di delegarne la gestione ad occasionali Referenti….esterni ».
Purtroppo il vicesindaco Brunetto
ha spento subito gli entusiasmi, dichiarando come ci sia l’impossibilità giuridica
di affiancare un referendum locale ad una consultazione elettorale locale.
Quindi un’ottima occasione mancata di risparmio e di risoluzione di una
questione annosa.
Ma l’avv. Falautano non si
arrende, dichiarando come la questione toponomastica saccense potrebbe
tranquillamente ritornare alle urne, in quanto si tratterebbe solo di reiterare
un decreto autorizzativo già ottenuto nel 2003, e non di riprendere un nuovo
iter referendario. Si tratterebbe solo di volontà politica.
Purtroppo sappiamo bene come
la politica sia spesso distante dalle idee e dalle esigenze dei cittadini. E
probabilmente il nuovo toponimo SciaccaTerme condividerà con le Terme di
Sciacca un lungo periodo di oblio.
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